EDITORIA ITALIANA A ROTOLI. I PIU’ “PICCOLI” CHIUDONO. I “GRANDI” SONO IN DIFFICOLTA’. GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI NON BASTANO

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Non c’è pace per l’editoria italiana. Il drastico ridimensionamento dei contributi pubblici, sommato ad una crisi congiunturale di lettori e di raccolta pubblicitaria, hanno provocato solo nell’ultimo anno, la chiusura di numerose storiche testate. Hanno chiuso Terra dei verdi, Liberazione, Il Riformista, l’Avanti, le testate di Emergency. Più recentemente hanno chiuso i battenti Pubblico, Parmanews24, Sera di Parma, La Cronaca di Cremona e Piacenza, l’Informazione – Il Domani e di recente il Giornale di Toscana. Senza contare poi le numerose difficoltà in cui versano “il Manifesto” e “L’Unità”. La crisi ha investito anche la Free Press: Metro è ancora pubblicato in sei città italiane con la formula dell’outsoursing; Leggo tiene aperta solo la redazione di Roma collegata con il quotidiano storico Il Messaggero e City ha chiuso.

Anche i “grandi” sono però in difficoltà. Rcs Media Group, Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport sono in affanno. Servono almeno 800 milioni, secondo quanto afferma MF-Milano Finanza. La società chiuderà il 2012 con un rosso vicino a 400 milioni. Stimate in 300 milioni le risorse da reperire per lo sviluppo. Esclusa invece dalla trattativa la conversione di parte del credito bancario in equity. Quest’anno vanno in scadenza prestiti per 1 miliardo su un ammontare totale di 1,7 miliardi di linee di credito attive. Per questo motivo occorre trovare al più presto una soluzione con il ceto bancario, in particolare l’azionista del patto di sindacato Intesa Sanpaolo (oltre 300 milioni), Ubi Banca (280 milioni) e Unicredit. Corriere dello Sport, verso rosso record – Stima superiore ai 2,2 milioni del 2009. Prepensionamento in vista per 12 redattori. Sempre economiaweb.it racconta di acque agitate al Corriere dello Sport-Stadio che si appresta a chiudere l’esercizio 2012 in forte perdita. Secondo le stime si tratta di un rosso superiore ai 2,2 milioni, record negativo registrato a fine 2009. Nel 2010, infatti, la perdita netta è stata dimezzata a un milione di euro e, nel 2011, ridotta ulteriormente sui 530 mila euro. Anche alla luce di questi risultati negativi il quotidiano sportivo ha deciso di concentrandosi solo sui campi sportivi di Roma, Napoli e in misura minore di Bologna e Firenze.

Anche Conti editore ha avviato lo stato di crisi. Riorganizzazione in vista anche per la controllata Conti Editore, che pubblica tra gli altri i settimanali Auto Sprint e Moto Sprint, i mensili AM, Guerin Sportivo, In Moto, Auto e Masterbike. La perdita mensile di Conti Editore sarebbe di circa 100 mila euro al mese, a causa soprattutto del calo della pubblicità (-40%). La casa editrice ha deciso quindi l’avvio del suo terzo stato di crisi a dicembre 2012, che porterà a otto prepensionamenti volontari, la solidarietà per gli altri redattori e terminerà a fine 2014.

Cura dimagrante per il Sole 24 Ore. Le perdite del gruppo editoriale nella trimestrale di settembre 2012 sono state 22,7 milioni, ma secondo alcune indiscrezioni il rosso accumulato negli ultimi tre mesi dell’anno avrebbero subito un’impennata sfondando il tetto dei 50 milioni di euro. Il gruppo ha deciso di inasprire le misure del contratto di solidarietà. Attualmente ai giornalisti del quotidiano viene trattenuto il 15% della busta paga (compensata in parte dall’Inpgi), mentre ai redattori di Radiocor, l’agenzia stampa del gruppo, il 9%. Proprio a questi ultimi l’azienda ha chiesto di aumentare la quota fino al 35%. In pratica si tratta di passare dagli attuali 2 giorni al mese non lavorati a 8 giorni. Ma la trattativa è ancora in corso.

Ma quando ciò accade, come funzionano gli ammortizzatori sociali?

Per le aziende in crisi sono previsti specifici ammortizzatori sociali:

1) la cassa integrazione speciale, nei casi di sospensione, chiusura o ridimensionamento dell’attività editoriale. E’ prevista per un periodo massimo di due anni. I giornalisti in Cigs, sospesi dal lavoro, hanno diritto a un assegno mensile di circa 1.000 euro al mese e al reintegro nel posto di lavoro quando riprendono le condizioni di attività editoriale del loro giornale.

2) Contratti di solidarietà all’insegna del criterio “lavorare meno, lavorare tutti” prevedono, per la durata massima di due anni, la riduzione dell’orario di lavoro e la contestuale riduzione della retribuzione. In questi casi la quota di retribuzione persa è integrata nella misura del 50% attraverso un contributo di solidarietà pagato dall’Inpgi (l’istituto che eroga le pensioni ai giornalisti). Da segnalare che il contratto di solidarietà è stato utilizzato nel gennaio 2012 dal principale giornale economico italiano, Il Sole 24 Ore, che è il terzo giornale per copie diffuse in Italia con 350 giornalisti circa impiegati.

3) I prepensionamenti, che riguardano i giornalisti in esubero e che abbiano almeno 58 anni di età e 18 anni di contributi. Per poter accedere a tutti questi ammortizzatori sociali le aziende devono presentare uno stato di crisi, che deve indicare il numero dei giornalisti in esubero. Il piano dell’azienda deve essere prioritariamente esaminato con il sindacato aziendale dei giornalisti. Successivamente deve essere discusso con la Fnsi e con la Federazione Nazionale degli Editori. Una volta raggiunto l’accordo, questo viene trasmesso al Ministero del Lavoro che emana il decreto di riconoscimento dello stato di crisi. An tal proposito, risale a circa un mese fa l’accordo tra Fieg e Fnsi per integrare i fondi a disposizione per gli ammortizzatori sociali di categoria: ciò consentirà di coprire in buona parte le maggiori spese per contratti di solidarietà, cassa integrazione e assegni di disoccupazione. Si tratta di forme di intervento integrativo del reddito a forme di riduzione di orario e stipendio concordati per evitare l’interruzione dell’attività e tentare di programmare iniziative di rilancio. E’ lo strumento privilegiato per gestire le crisi in questa fase ma Fieg e Fnsi hanno anche concordato di esaminare i casi con il massimo rigore prima di sottoporli alla verifica finale del ministero del lavoro, titolare del potere di decreto sulla materia. Le parti sociali infatti ritengono che vadano evitati abusi e scoraggiati tentativi impropri di scaricare responsabilità imprenditoriali sulle casse sociali della professione che determinerebbero per altro alterazioni della concorrenza. L’intervento finanziario di sostegno, che integra l’aliquota ordinaria di contribuzione per gli ammortizzatori, può avvenire grazie all’intesa dell’ultimo contratto di lavoro che aveva previsto l’istituzione di un fondo con “finalità sociali, per far fronte, nella valutazione autonoma di Fieg e Fnsi, delle situazioni più delicate, meritevoli di tutela”, non altrimenti sostenibili. C’è infine da ricordare, solo a titolo statistico che nel 2011 il saldo tra giornalisti usciti dal lavoro per pensione ordinaria o per crisi aziendale e giornalisti nuovi assunti è risultato negativo: – 220 unità. Questo dato sarà molto probabilmente ancora più negativo per quanto concerne il 2012.
Non c’è dubbio che occorre una sterzata. Serve un nuovo modello di business, e che non sia solo il web. Bisogna guardare oltre..

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