Editoria italiana, 2 miliardi persi ma i trend stanno cambiando

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È sempre difficile la situazione in cui versa l’editoria italiana, con i cali nella diffusione dei quotidiani e nei ricavi pubblicitari nel medio periodo. Ma spuntano spiragli di ottimismo, soprattutto legati agli ultimi trend in miglioramento

Il Focus sull’editoria dell’Ufficio studi di Mediobanca ha monitorato il periodo 2010-2014, cinque anni in cui gli otto maggiori gruppi nazionali hanno perso ben 1,9 miliardi di euro generando ricavi per 4 miliardi. Mondadori, Rcs, L’Espresso, il Sole 24 Ore, Monrif, Caltagirone, La Stampa (oggi Itedi) e Class perdono dunque quasi 2 miliardi, ma continuano a generare un giro d’affari pari al 70% dei ricavi del settore editoriale italiano, con il 60% della diffusione cartacea dei quotidiani nazionali e oltre l’80% di quella digitale. Le diffusioni totali diminuiscono del 30% ma incidono sempre più sul fatturato (dal 36 al 44%). Di contro, la pubblicità riduce la sua fetta dal 35 al 31% del volume d’affari.

Mondadori prende il posto di Rcs al vertice della classifica dei fatturati anche grazie all’acquisto di Rizzoli. In questo modo il gruppo arriva a 1,4 miliardi, mentre l’editore del Corriere della Sera si ferma a 1,1 (dati al 2014). Al primo posto per la diffusione troviamo invece Rcs, con una fetta del 17,3% del mercato nazionale, ma se si considerano anche le testate locali è L’Espresso a salire sul gradino più alto del podio, unico gruppo editoriale tra gli otto sopracitati a riuscire a generare utile tra il 2010 e il 2014 anche grazie alla plusvalenza lorda di 9 milioni della cessione di All Music a Discovery Italia.

Per quanto riguarda il mondo dei libri, Mondadori con l’acquisizione di Rcs Libri (e l’Antitrust non dovesse pronunciarsi a sfavore) è leader del settore con una fetta di mercato pari al 38%. Stesso discorso anche per i periodici (31%) anche se Cairo Editore non è stato incluso nel rapporto perché oltre la metà dei suoi ricavi proviene dal mercato televisivo.

Una situazione complicata, dicevamo all’inizio, ma c’è ottimismo per il futuro. Questo perché nonostante il calo registrato dal 2010 al 2014 sia del 33,2%, nel 2014 si riduce solo del 6,9% e del 4% nei primi 6 mesi del 2015. Anche in questo caso, degli otto gruppi citati solo L’Espresso riesce ad aggiungere un nuovo utile (22 milioni), ma anche il gruppo Caltagirone fa segnare un saldo positivo (1 milione). Ma anche gli altri gruppi sono in miglioramento se consideriamo i risultati dello scorso anno.

Resta critica la situazione dal punto di vista occupazionale. Negli ultimi 5 anni il numero dei dipendenti degli otto grandi editori d’Italia si è ridotto del 26,6%, da 18.180 a 13.346 lavoratori. I più colpiti sono operai, -34,5%, impiegati e dirigenti, – 32,8%, e giornalisti, – 12,2%.

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