Trasformare i musei da luoghi statici in spazi intelligenti dove il visitatore può interagire direttamente con le opere, ascoltarne le voci e le storie: è l’obiettivo del progetto “Opere Parlanti Shows”, realizzato nell’ambito delle attività del Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali, Databenc e illustrato nell’aula Pessina alla Università “Federico II” di Napoli. Un modo innovativo di fare cultura che rende il visitatore non più soggetto passivo ma partecipe e protagonista all’interno di un museo. Grazie a particolari sensori, tramite l’impiego di wifi e bluetooth ed attraverso smartphone e tablet, le opere d’arte forniscono informazioni su se stesse e comunicano con il visitatore. Le opere sono accompagnate da uno “smart cricket”, un sensore innovativo e mini-invasivo capace non solo di dare la parola alle opere stesse, ma di trasformare un ambiente “statico” in un ambiente “dinamico” ma sopratutto smart.
Il sensore – è stato spiegato – sarà in grado di mettere in stretto collegamento i visitatori, aprendo uno scenario di tipo “social” per lo scambio di pareri, opinioni, gusti ed esperienze. La dimostrazione del progetto è stata realizzata sulle opere della collezione dello scultore Francesco Jerace e presentata nell’ambito del convegno “Databenc-Press: la divulgazione digitale dell’arte“, organizzato da Databenc, Confapi Industria Campania, Confapi Napoli e Piemmei Napoli per la Formazione e Csp Thinking Evolution.
Al centro del dibattito tra i rappresentanti del mondo dell’Università e delle Istituzioni Databenc-Press: una nuova forma di editoria sostenuta dalle tecnologie digitali dell’e-book e del book-on-demand e capace di garantire una riduzione dei costi e dei tempi di pubblicazione. Per il vice presidente della Regione Campania con delega alla Ricerca Scientifica, Guido Trombetti: ”Databenc è uno dei sei distretti, sui beni culturali, attivati in Regione Campania sui fondi europei insieme al Ministero dell’università e della ricerca. E’ un distretto di grandissima attualità e interesse. Oggi si discute di editoria digitale che è di grande fascino perché è l’editoria del futuro. Immaginate che l’utente potrà scegliere che cosa stampare di un volume e in che forma: se in forma economica, elegante, con copertina rigida. Andiamo verso una rivoluzione anche del mercato. E questo applicato al mondo dell’arte dà il senso del grandissimo fascino, del grandissimo impatto sulla cultura e sul territorio che queste iniziative possono avere”.
Per il rettore dell’Università “Federico II” Massimo Marrelli: ”Il progetto è l’esempio di come la creatività può essere applicata al settore del beni culturali, una opportunità per i giovani che noi cercheremo di rendere più efficiente ed efficace possibile”. Durante il convegno è stato presentato il libro “Michele Tedesco, Taccuini” di Isabella Valente, una sorta di diario che spiega anche la nascita di alcune opere dell’artista lucano. (fonte Ansa)
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