Una legge per togliere il finanziamento ai giornali? “Ci stiamo lavorando! Lo faremo presto! E’ una battaglia storica del Movimento 5 Stelle! Faremo anche una legge per gli editori puri!”. Lo assicura il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, rispondendo alle sollecitazioni di un utente su Instagram.
Crimi già ieri aveva rincarato la dose, annunciando l’intenzione di “liberare l’informazione italiana”. E invocando pure il ritorno dell’editore puro e la necessità di andare oltre l’Ordine dei giornalisti.
Dura la risposta FNSI, “L’ennesimo editto del vicepremier Luigi Di Maio contro i giornali conferma l’avversione del governo e delle forze politiche che lo sostengono ai principi della democrazia rappresentativa, di cui la libertà di espressione e il pluralismo dell’informazione sono pilastri essenziali. Annunciare il divieto per le aziende statali di fare inserzioni pubblicitarie sui giornali non è soltanto una minaccia a quelle testate che si sforzano di informare i cittadini e di alimentare dibattiti e la circolazione delle idee, ma fornisce l’esatta rappresentazione dell’idea che il vicepremier e i suoi sodali hanno della democrazia».
«Si illude, Di Maio – proseguono i vertici della Fnsi – se, attraverso la minaccia di togliere ai giornali fonti di sostentamento, pensa di introdurre in Italia un modello di informazione guidato da un pensiero unico, magari veicolato dalla rete i cui utenti non sono assimilabili al pubblico che attraverso la lettura dei giornali cerca spunti di riflessione e non di sfogare i propri istinti o di alimentare il rancore. Nella carta stampata, come nell’emittenza pubblica e privata e in tutti i settori dell’informazione italiana, esistono ancora giornalisti con la schiena dritta pronti a fare il loro lavoro nell’interesse dei cittadini ad essere informati e della crescita civile del Paese. Non saranno certo gli editti di qualche federaletto di provincia ad impedire ai giornalisti italiani di compiere ogni giorno il loro dovere”.
“Di Maio non complichi un mestiere già difficile”. Pier Silvio Berlusconi commenta così le parole di Luigi Di Maio che promette di tagliare i finanziamenti pubblici alla stampa. “Onestamente le dichiarazioni di Di Maio mi sembrano più dovute a propaganda che a necessità reali”, ha detto l’ad di Mediaset durante la presentazione della nuova Rete “Il mondo dell’editoria è già sotto pressione in generale. E in Italia ancora di più. Non mi sembra che ci sia la necessità di mettere limiti che complichino la già difficile vita di tutti coloro che fanno editoria. Con tutto il rispetto, faccio fatica a capire dove si stia mirando. Le nuove tecnologie hanno portato una rivoluzione che veramente ha cambiato totalmente l’editoria, togliendo molto spesso le certezze e le regole a partire degli investimenti che un editore deve fare. Poi in Italia il mercato è ancora più in difficoltà e iperconcorrenziale e tutto bisogna fare fuorché mettere in difficoltà gli editori. Non parlo di Mediaset, ma parlo di tutti, a partire dai piccoli editori di carta stampata e di radio”.
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