Le sigle che hanno dato vita alla campagna Meno giornali Meno liberi si sono riunite a Roma per analizzare gli esiti del Tavolo per la riforma dell’editoria. Alleanza delle Cooperative Italiane Comunicazione, Mediacoop, Federazione Italiana Liberi Editori, Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Federazione Nazionale Stampa Italiana, Articolo 21, Sindacato Lavoratori della Comunicazione CGIL, Associazione Nazionale della stampa Online ed Unione Stampa Periodica Italiana hanno valutato in maniera positiva l’avvio dei lavori. Le sigle dell’editoria cooperativa e non profit hanno apprezzato, in particolare, “la volontà del Governo di riordinare e dare elementi di certezza – tramite la riforma – in termini di regole, trasparenza ed adeguatezza delle risorse per i prossimi 3/5 anni all’intera filiera dell’editoria”.
Le sigle del settore sono state molto colpite dalla volontà espressa dal sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all’Editoria, Luca Lotti, di costituire (con le risorse adeguate) un Fondo Unico per la Libertà di Stampa ed il Pluralismo dell’Informazione. Questo fondo, come nelle intenzioni dei firmatari della campagna, andrebbe a sostenere l’editoria cooperativa e non profit (quotidiana e periodica), ma anche le radio, le Tv ed i giornali online. In parole povere a beneficiarne sarebbero tutti i soggetti che fanno parte del comparto che operano nella produzione di contenuti informativi prodotti da giornalisti vincolati a criteri di trasparenza, controllo e verifica condivisi.
Per la Lega Coop “la volontà del Governo di costituire il Fondo Unico per la Libertà di Stampa ed il Pluralismo dell’Informazione rappresenta il riconoscimento dell’esigenza dell’intervento pubblico nel settore, razionalizzato ed attualizzato per garantire il pluralismo e la qualità dell’informazione”.
In questo settore, infatti, il mercato da solo “non basta a garantire il pluralismo del sistema sia a livello nazionale che locale ed il sostegno pubblico rivolto a soggetti cooperativi e ad altre realtà non profit svolge una importante funzione di interesse pubblico: consente anche a coloro che non posseggono grandi risorse economiche e finanziarie di assicurare una informazione libera ed indipendente”. L’Assemblea ha rappresentato all’unanimità lo stato di grave disagio e difficoltà che resta anche dopo l’avvio del Tavolo, poiché se è vero che servivano e sono state date delle certezze, è emerso anche un problema relativo al fondo pubblico per il 2014: questo fondo, che appariva fortemente in bilico fino a poco tempo fa, è stato assicurato ma le risorse sono di gran lunga insufficienti a coprire il fabbisogno degli aventi diritto.
E’ indispensabile ed urgente, quindi, integrare tali fondi e reperire da parte del Governo entro il prossimo 30 giugno 2015 ulteriori risorse. Per la Lega Coop, inoltre, è “indispensabile che il Governo riveda le norme che disciplinano il comma 3 art. 3 della legge 250/90 e successive modificazioni e che si attivi quanto prima per rivedere il piano con il quale Poste Italiane prevedono la consegna a giorni alterni in oltre 5.200 Comuni, con il coinvolgimento del 25% della popolazione italiana. Si tratterebbe di un colpo mortale per quanti, quotidiani e periodici, fondano il loro legame con i lettori sul recapito domiciliare. Con conseguente grave discriminazione fra i cittadini”. La complessità e l’eterogeneità degli interessi in campo all’interno della filiera editoriale “rischia di aumentare le difficoltà per l’adozione dei primi ed immediati interventi necessari per consentire la sopravvivenza dell’editoria cooperativa e non profit“, colpita dalla crisi della carta stampata e dalla drastica erosione delle risorse a sostegno del pluralismo e della libertà di informazione.
“La continuità della vita e del lavoro giornalistico di queste realtà – conclude l’Assemblea – costituisce, infatti, come ribadito recentemente dal sottosegretario Lotti (clicca qui per approfondire), condizione necessaria per la redazione di un disegno di legge di riforma del Settore e del Sistema Italiano della Comunicazione che sia utile ed in grado di evitare ulteriori decimazioni delle imprese editoriali“.
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