«La legge di sistema che ci accingiamo a preparare intende puntare sulla multimedialità salvaguardando la specificità di ogni mezzo di comunicazione». È il sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega all’Editoria, Paolo Bonaiuti, a indicare così gli obiettivi della riforma del settore che, spiega, ricerca «una omogeneizzazione dei media». Quel che serve «è una norma che riesca a produrre sinergie positive concorrenti tra i diversi media». L’occasione per fare il punto sulla legge per l’editoria messa in cantiere dal governo è l’audizione di fronte alla commissione Cultura di Montecitorio, nel corso della quale il sottosegretario annuncia anche una semplificazione e un riordino della disciplina di erogazione dei contributi pubblici al settore. Punto essenziale della riforma, indica Bonaiuti, sarà l’ampliamento dei mercati, poichè quello tradizionale «è molto angusto». La vendita media giornaliera delle testate «è uguale a quella del 1956» perchè «purtroppo in Italia si legge molto poco, per responsabilità anche e soprattutto nella scuola che poco invoglia a farlo». Per questo, osserva il sottosegretario, «sarebbe necessario avvicinare il prodotto editoriale al consumatore attraverso un sistema distributivo più efficace». Il sistema delle edicole «è una ricchezza da mantenere», ma certo occorre renderlo più efficiente: questo anche attraverso un meccanismo di informatizzazione «che renda possibile anche con uno scambio tra editore e edicolante sapere in ogni momento esattamente a quanto ammonta il venduto, anche per i collaterali».
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