Cattive notizie in arrivo per l’editoria libraria italiana, in flessione le vendite dei libri. Lo ha riferito l’Associazione italiana degli editori che, qualche giorno fa, ha riferito le cifre relative alle rilevazioni Nielsen. Dopo qualche anno di crescita, iniziato durante la pandemia quando gli italiani costretti a rimanere a casa riscoprirono il piacere della lettura, il segno meno torna a fare la sua comparsa. E lo fa proprio nel momento più critico, tra aumenti dell’energia e penuria di materie prime a cominciare dalla carta.
Il calo delle vendite di varia, cioé romanzi e saggi, è pari al 4,5 per cento a valore e in termini di copie il valore si attesta sul meno 3,5 per cento. Tutto ciò accade nei primi cinque mesi del 2022, a riprova del fatto che le tensioni e gli aumenti hanno colpito gli italiani al punto da pensarci due volte prima di spendere, anche se si tratta di un libro. Le copie vendute, secondo Nielsen, sono state 38,3 milioni e, a prezzo di copertina, il giro d’affari è stato pari a 565,6 milioni di euro. Secondo i confronti, se si assumono a parametri i dati del 2021, il settore ha perduto 27 milioni a valore e 1,4 milioni di copie vendute.
Maggio è stato un mese da dimenticare per gli editori italiani. Si è registrato un autentico tonfo delle vendite dei libri. Secondo Aie-Nielsen, si è registrato -8,6% a valore e -8,2% a copie rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le vendite di maggio, in totale, sono state pari a 96,2 milioni e le copie sono state pari a 6,7 milioni. Numeri che, rispetto al maggio 2021, fotografano una realtà pesante: si sono persi rispettivamente 9,1 milioni a valore e 600mila copie. C’è il bicchiere mezzo pieno, però. “Rispetto ai primi cinque mesi del 2019, le vendite sono in crescita del 15,3% a valore e del 15,8% a numero di copie, ovvero 72,4 milioni di euro in più e 5,2 milioni di copie in più rispetto al periodo corrispondente del 2019”.
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