Gli editori di giornali in Germania si lamentano: le televisioni, soprattutto quelle pubbliche, hanno scoperto la lingua scritta; con sempre nuove offerte sui loro siti web fanno in Internet lo stesso lavoro dei quotidiani, sottraendo lettori e annunci pubblicitari alla carta stampata. Quasi ogni settimana i giornali tedeschi denunciano un modello a loro detta di concorrenza sleale: “niente in contrario se le televisioni pubbliche vogliono raggiungere sempre di più chi paga il servizio con le tasse – sette milioni di euro all’anno di fondi statali provenienti dal canone tv – ma offrire anche testi e immagini di notizie del telegiornale sui siti web della televisione pubblica vuol dire attaccare il cuore del modello di sopravvivenza delle case editrici tedesche” ha scritto la settimana scorsa il quotidiano di Berlino ‘Tagesspiegel’. “L’intera industria mediatica è impegnata a cercare modelli di sviluppo in Internet, sempre più persone si rivolgono al web e anche l’industria pubblicitaria sta facendo tentativi in questa direzione – afferma Hans Jochen Fuhrmann, direttore della Bdzv (la Federazione tedesca degli editori di giornali) in un’intervista a Radio Eins – “ci sono però tante case editrici che stanno perdendo i loro inserzionisti pubblicitari; nel nostro settore è stato un calo del 30%, rispetto all’anno scorso”. Il motivo è non solo la crescente multimedializzazione dell’ informazione televisiva pubblica, ma anche lo sviluppo di strategie di marketing tipiche dei siti web dei quotidiani privati: se prima solo questi ultimi offrivano testi, immagini e approfondimenti, ora anche Ard e Zdf (i due canali pubblici tedeschi, ai quali vanno aggiunti i 16 programmi regionali, uno per Land) si sono convertite al “formato giornale” offrendo non solo informazione, ma anche il cosiddetto Web 2.0.
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