Editoria

Editori locali e digitali contro la tassa sui link

I piccoli editori, soprattutto quelli attivi nel digitale, facciano sentire la loro voce contro i “diritti accessori”. È l’appello lanciato dal presidente dell’Anso, Marco Giovannelli, contro la cosiddetta “tassa sui collegamenti ipertestuali”, il 15 giugno chiude la consultazione in Commissione Europea

Nuovo diritto sui frammenti di testo a livello europeo? No, grazie. Questa è la posizione dell’Anso, l’associazione nazionale della stampa online, che ha esortato editori locali e digitali a far sentire la propria voce contro i “diritti accessori”. Ma bisogna fare presto perché la consultazione organizzata dalla Commissione Europea chiuderà il 15 giugno.

La consultazione pubblica verte sulla realizzazione di un nuovo diritto connesso (particolare branca del diritto d’autore) a livello continentale per gli editori di notizie, ma anche di libri, riviste scientifiche, mediche e tecniche. Se questa nuova normativa dovesse entrare in vigore, in sostanza, la citazione diventerebbe quasi impossibile.

Il presidente dell’Anso, Marco Giovannelli, ha spiegato a Primaonline che “si tratta del più chiaro segnale a oggi che la Commissione sta pensando di creare nuovi diritti accessori”. Questi nuovi diritti sembrano simili alla tassa sui frammenti di testo introdotta in Spagna e Germania, “ma potrebbero risultare ancora più ampi e coprire non solo gli editori di notizie, ma anche gli editori di libri e riviste scientifiche e interessare non solo i frammenti di testo ma anche tutte le attività offline e online”.

Non tutti sono concordi sul fatto che questo si tradurrebbe, alla fine, nella temuta “tassa sui collegamenti ipertestuali”. Solo gli stralci di testo sarebbero soggetti ai nuovi diritti, tuttavia secondo l’Anso immaginare i collegamenti ipertestuali senza un breve testo descrittivo o un titoletto è piuttosto arduo. Alcune voci di corridoio sostengono che la Commissione starebbe davvero pensando di varare questa tassa sui link, anche sotto la spinta di qualche editore.

Giovannelli ha dichiarato che teoricamente, tutto questo viene fatto in nostro nome e “se gli editori che ritengono che si tratti di un errore non si fanno sentire, Bruxelles continuerà a pensare che gli editori sono a favore di questi nuovi diritti. Siamo nella posizione migliore per opporci e per indirizzare il dibattito verso misure che possano davvero sostenere l’editoria in Europa”.

La paura dell’associazione della stampa online è che questi nuovi diritti possano scavare un solco tra editori digitali, ma non solo, e lettori a grave danno di tutti quanti. Per questo motivo, ha concluso Giovannelli, “Anso, insieme con un numero sempre maggiore di editori, si oppone alla creazione di un nuovo diritto sui frammenti di testo a livello europeo che penalizzerebbe gli editori tradizionali e l’editoria digitale”.

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