Gli editori francesi sostenevano, infatti, che il noto motore di ricerca, con il suo contenitore di notizie “Google News”, allontanasse gli utenti dai siti ufficiali delle testate. Big G, al contrario, replicava che, indicizzando i lettori verso gli articoli dei giornali, ad essere favorita era proprio la raccolta pubblicitaria degli editori. Insomma: un muro contro muro che non lasciava trasparire nulla di buono. E che anzi sembrava spalancare orizzonti cupi sulla permanenza stessa di Google al di là delle Alpi. Ma ora tutto sembra scemato. E le parti paiono più vicine. L’intenzione è quella di appianare le divergenze per mantenere inalterato uno status quo che, tutto sommato, potrebbe effettivamente arrecare benefici ai due sfidanti. Questo almeno è quanto trapela dalle parole di Alexandra Laferriere, responsabile delle Politiche Istituzionali del governo francese, la quale nega la possibilità di una legge che obblighi Google a pagare i contenuti pubblicati sulla propria piattaforma. Un provvedimento paventato dal presidente Hollande sul modello della tedesca “Lex Google”. Insomma, sembrano a questo punto scongiurate soluzioni drastiche sul tipo di quella adottata, all’altro capo del mondo, dagli editori brasiliani, i quali hanno rimosso i propri portali dal motore di ricerca a stelle e strisce. Qualora la Francia avesse deciso di imitare il modello messo a punto da Rio, Google sarebbe stata costretta a fare lo stesso nei confronti degli editori francesi, rimuovendoli dal proprio sito.
E l’Italia? Come si è schierato il Belpaese nei confronti di Google? La risposta è semplice. Roma ha imitato tedeschi e francesi, ponendo dunque il pollice verso, ma la sua linea d’azione, a differenza di Parigi e Berlino, non è apparsa ancora ben definita. Sembra, tuttavia, che da gennaio per leggere i principali quotidiani on-line ci vorrà un abbonamento. In tal caso, addio news su Google. Una formula già collaudata in altri paesi, ma ancora estranea al nostro. Attenzione, però. Perché si resta nel campo delle ipotesi e non c’è ancora nulla di certo all’orizzonte. E’ anche vero, però, che qualora la manovra andasse in porto, si profilerebbe più come una soluzione per arginare la crisi in atto che come una vera e propria rappresaglia nei confronti del colosso di Mountain View.
Luana Lo Masto
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