Lettera aperta al futuro governo della Fieg per riformare il settore Editori, 4 punti anti-crisi Dal fìsco al copyright. I principali punti per avviare la riforma del settore sono quattro: no a sovvenzioni sì a incentivi fiscali, diritto d’autore, distribuzione e ancora lavoro e formazione. «L’approssimarsi delle scadenze elettorali, con la conseguente formazione della nuova compagine governativa», ha sottolineato Giulio Anselmi, presidente Fieg, «costituisce un momento propizio per portare a conoscenza delle forze politiche e dell’opinione pubblica i nodi strutturali che impediscono al settore di superare la profonda crisi che lo attraversa». Il settore si trova quindi, come sostenuto dagli editori nella Lettera aperta al futuro governo, davanti a «un equilibrio difficile da mantenere» tra «offrire ai lettori un prodotto di qualità, vale a dire corretto,» e «garantire un lavoro ai nostri collaboratori in condizioni di equità». Se la tutela della libertà di stampa e la diffusione delle notizie sono essenziali per la democrazia di un paese, serve «un ripensamento complessivo del settore editoriale come base per una politica industriale capace di frenare la flessione produttiva e di cogliere le occasioni di sviluppo». Incentivi fiscali. Il primo punto indicato dagli editori è «un intervento pubblico sul fronte della domanda, circoscritto nel tempo e ben delineato nell’oggetto». «Gli editori rifiutano interventi a pioggia e distribuzione indiscriminata di risorse». Viceversa, chiedono per esempio «incentivi fiscali per favorire la ripresa degli investimenti pubblicitari e per diffondere la lettura dei giornali tra i giovani. Sarebbe anche opportuno prevedere una specifica modulazione degli abbonamenti, in funzione della messa a disposizione dei giornali in esercizi pubblici o aperti al pubblico». Diritto d’autore. Non c’è mai stato «nelle politiche pubbliche sufficiente interesse per la protezione di chi produce contenuti editoriali di qualità e per la salvaguardia di tutte quelle risorse, economiche, umane e tecniche, indispensabili alla loro realizzazione». Ecco perché «rafforzare l’effettività della tutela del diritto d’autore in internet rispetto ai molteplici fenomeni di sfruttamento parassitario dei contenuti editoriali significa rafforzare le imprese stesse». In Italia, del resto, oltre 22 mln di persone leggono quotidiani, quasi 33 mln i periodici e 6 mln si collegano a siti di quotidiani. Ossia la metà di coloro che in un giorno medio entrano in internet. Distribuzione. Gli editori hanno risposto con preciso impegno, a giudizio della Fieg, per l’informatizzazione della distribuzione e delle edicole. Anche se il processo di liberalizzazione attua un disegno che potrà essere valutato al suo completarsi, rimane l’obiettivo di un servizio più efficiente. Come? «Ad esempio garantendo ai cittadini una scelta più ampia in termini di orari di apertura delle rivendite», nonché facendo «chiarezza su vendite e rese nell’interesse dei mercati e dei suoi protagonisti». Lavoro e formazione. «I nuovi prodotti editoriali e le mutate esigenze del mercato comportano», concludono gli editori, «la necessità di sviluppare la formazione di nuove figure professionali, di incentivare l’accesso dei giovani alla professione giornalistica, di intervenire a sostegno della trasformazione dell’organizzazione del lavoro».