«Si creerà un problema sociale diffuso se Poste italiane non consegnerà i giornali quotidianamente in tutta Italia, come fatto finora. Che cosa succederà in quelle zone dove non è nemmeno disponibile una buona connessione internet, come in alcuni paesini più isolati? Senza trascurare poi lo snaturamento del servizio universale storicamente affidato a Poste italiane, come fosse una vera e propria istituzione»: con queste parole Maurizio Costa, presidente della Federazione italiana editori giornali (Fieg) spiega a ItaliaOggi i due principali nodi da sciogliere dopo che la società guidata dall’ a.d. Francesco Caio ha presentato all’ Agcom un progetto che consente di recapitare corrispondenza e giornali in abbonamento solamente a giorni alterni, nel 65% dei comuni della Penisola. Il che tradotto significa che manterranno il diritto d’ informarsi e aggiornarsi un giorno sì e un giorno no un italiano su quattro, ossia più di 15 milioni di italiani che vivono in 5.296 comuni. Oltre al diritto del singolo cittadino, secondo previsioni Fieg, si profila anche un danno economico per il comparto editoria pari a 70 milioni di euro circa, tra abbonamenti di quotidiani e periodici, a cui si aggiungono i minori introiti pubblicitari causati dalla riduzione delle diffusioni. Di fronte alle obiezioni contro il mantenimento di un servizio non remunerativo, aggiunge Costa, «è importante ricordare che il problema dell’ efficienza c’ è sempre stato, anche quando le consegne erano supportate dagli stanziamenti statali, e adesso potrebbe essere aggravato da queste nuove disposizioni». Se Fieg ha sensibilizzato il governo sul problema distributivo, anche l’ eurodeputato Pd e vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli s’ è mosso e ha presentato un’ interrogazione prioritaria alla Commissione Ue, dove si legge per l’ appunto come il progetto di Poste italiane, presentato all’ Agcom, neghi di fatto l’ accesso all’ informazione quotidiana ai cittadini di 5.296 comuni italiani, in violazione di quanto sancito dalla Carta dei diritti fondamentali della Ue e contro le direttive comunitarie. Nel frattempo, comunque, l’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (presieduta da Angelo Marcello Cardani) ha completato le consultazioni pubbliche in materia e potrebbe esprimersi a breve.
Tra fine mese e inizio luglio, infine, si riunirà in sessione plenaria il Parlamento europeo da cui è attesa un’ ulteriore presa di posizione.
«È necessaria la massima attenzione da parte delle istituzioni europee a garanzia del ruolo e della funzione del servizio postale universale e della regolare distribuzione della stampa quotidiana e periodica in Italia», ha concluso Costa. Inoltre, «gli editori italiani rinnovano la richiesta all’ Agcom di respingere il progetto di Poste italiane, evitando anche il rischio dell’ apertura di una procedura d’ infrazione contro l’ Italia». A proposito del divario paventato tra cittadini di serie A, che continueranno a ricevere con continuità i giornali, e quelli di serie B, che usufruiranno invece di un servizio a giorni alterni, è intervenuto anche Armando Abbiati, presidente del Sindacato nazionale autonomo giornalai (Snag)-Confcommercio, «se si considerano pure le chiusure delle edicole in alcune località, allora possiamo parlare pure tranquillamente di cittadini di serie C».