Categories: Giurisprudenza

ECCO PERCHÉ CALABRÒ VUOLE ABBANDONARE LA SEDE DI NAPOLI. ADESSO INDAGA ANCHE LA CORTE DEI CONTI

Raccomandazioni, posti pilotati e concorsi su misura. E ancora. Conflitti di interessi, illegittimità e abusi sull’utilizzo del personale. E poi strani progetti di bilancio. I sindacati interni dell’AGCOM (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) vogliono chiarezza e attaccano. (…) (…) Sotto accusa l’operato del presidente Corrado Calabrò che sarebbe colpevole – secondo quanto spiegano – «di assoggettare la struttura organizzativa al Centrosinistra, di aver scelto con chiamata diretta numerosi dirigenti e direttori tutt’ora in servizio dando l’impressione di volerli fare assumere prima della conclusione del suo mandato: persone come Maria Antonia Garzia (in precedenza capo di gabinetto del Ministro Melandri), Giulietta Gamba (moglie di d’Alberti ex commissario Antitrust, amico personale di Ranieri e consulente ufficioso di Napolitano), Sabrina Agresta (ex capo segreteria commissario straordinario emergenza rifiuti Campania Catenacci)».
Non solo. Sempre secondo le accuse un paio di anni fa sarebbero state indette ed espletate procedure per l’immissione in ruolo di personale con qualifica di Dirigente gestite interamente dal Presidente e dal Commissario d’Angelo in quota PD: 17 dirigenti di ruolo tra cui l’attuale segretario del Partito Radicale, Mario Staderini. Questo è stato anche uno dei motivi per cui, lo scorso maggio, i principali sindacati AGCOM (Falbi-Confsal, Fiba-CisI, Sibc-Fisav e Uilca-Uil) hanno avviato una serie di iniziative per tentare di bloccare quelli che loro chiamano “i concorsi su misura” e a giugno hanno organizzato lo sciopero dei dipendenti per difendere la dignità della struttura, mobilitazione cui hanno aderito circa il 60 per cento del personale di ruolo.
I sindacati hanno chiesto chiarezza, ma non solo loro. Numerose le interrogazioni parlamentari presentate per contestare i “concorsi su misura” in momento di crisi e le retribuzioni riconosciute al personale assunto, ma anche per evidenziare il conflitto di interesse di alcuni dei direttori e dello stesso presidente Corrado Calabrò.
Quando poi, nello scorso agosto, l’Autorità ha deliberato i nuovi bandi di concorso tra i quali uno, secondo gli accusatori, fatto “su misura” per l’inserimento della dottoressa Giulietta Gamba, i sindacati Falbi-Confsal e Sibc-Fisav hanno denunciato alla Corte dei Conti le situazioni di illegittimità (secondo loro non aveva i requisiti per partecipare al Concorso e addirittura non aveva i requisiti per prestare servizio in AGCOM in qualità di direttore non essendo Dirigente Amministrativo) e gli abusi sull’utilizzo del personale chiamato da Corrado Calabrò.
«E’ stato aperto un fascicolo – spiegano i sindacati – in base al quale sono già stati ascoltati alcuni testimoni».
Questo esposto ha riassunto un precedente esposto molto dettagliato e documentato fatto al tribunale del Lavoro. «Che però fino ad ora non ha portato a nulla. In udienza di prima discussione – dicono i sindacati interni -siamo venuti a conoscenza del fatto che a difendere l’Autorità sulla vicenda è stata delegata proprio la dottoressa Maria Antonia Garzia, magistrato fuori ruolo proprio nel Tribunale e nella sezione in cui si è discusso l’esposto». Anche su questa vicenda è stata presentata un’interrogazione parlamentare di Elio Lannutti nella quale si solleva un’altra perplessità: perchè la dottoressa Garzia fosse promossa capo del personale è stato chiesto un nulla osta al CSM. Che l’ha concesso: mai nella storia era stata data tale possibilità a un magistrato».
A muoversi, però, oltre ai sindacati, sono stati anche alcuni direttori di molo demansionati che nel novembre 2011 hanno fatto ricorso al Tar del Lazio contro i nuovi bandi. Ma – dicono i sindacati – alcuni giudici amministrativi che si occupano della difesa dell’AGCOM dai ricorsi al TAR del Lazio sarebbero consulenti della stessa e quindi in palese conflitto d’interessi. «In più – secondo l’accusa -risulterebbe che l’Autorità non ha provveduto a ridurre le consulenze in questione al 20 per cento dell’importo speso nel 2009, come invece prescritto dalle misure di contenimento della spesa pubblica». Già, il bilancio. In sede di approvazione del bilancio di previsione l’Autorità è stata costretta a non approvarne il relativo progetto perché mancava della necessaria copertura e così ha chiesto alla presidenza del Consiglio di poter incrementare la quota di finanziamento da prelevare alle aziende di settore, un aumento di contributo da prelevare agli operatori (in una seconda nota) e una nuova richiesta di trasferire la sede legale dell’AGCOM da Napoli a Roma per risparmiare (i sindacati per protesta hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica Napolitano).
«Il tutto senza minimamente prospettare il blocco dei concorsi – spiega l’accusa -proprio perché la dottoressa Gamba era candidata a vincere quello relativo a responsabile del Bilancio». La Ragioneria generale dello stato, chiamata in causa dalla presidenza, ha bocciato il progetto sostenendo che “non risulta in equilibrio e tale equilibrio non potrà essere conseguito”. Anche la Commissione di Garanzia dell’AGCOM, chiamata a esprimere il proprio parere, ha giudicato “pericolosa” la gestione del prospettato bilancio evidenziando la scarsa trasparenza ed inaffidabilità.

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