Sono pubblicati gli elenchi relativi ai contributi a editoria e alle imprese editoriali. Il dipartimento Editoria in seno alla presidenza del Consiglio dei ministri ha reso noti nomi e cifre. Un lungo elenco che rappresenta, dopo anni di retorica e fake news, finalmente un punto di partenza nuovo. Che dalla mannaia promessa da qualche sottosegretario antico e mai rimpianto che “si informava su Telegram” passa a mettere basi nuove nel rapporto tra i cittadini, la stampa e le istituzioni. Sgretolatasi di fronte alla realtà la bufala dell’Italia quale unico Paese in Europa a sostenere la stampa, è ora di aprire un nuovo capitolo. Una bugia, infame, che ha comportato addirittura un “contrappasso” per i suoi fautori. Che, a seguito di uno studio rigoroso della presidenza del Consiglio dei Ministri, hanno potuto scoprire niente meno che l’Italia è il penultimo Paese, in Europa, per contributo ai giornali.
Poi è arrivata la pandemia. E quel gravissimo problema delle bufale online è diventato un dramma di ordine pubblico e sociale. Le fake news, e basta sfogliare le cronache, hanno determinato più di una tragedia. Oltre a scuotere le fondamenta stesse del vivere civile. Ora, quella stagione di fatto è da archiviare. Bisogna ripartire dalla consapevolezza: il pluralismo è l’anima stessa della democrazia è questa è troppo importante perché sia, sostanzialmente, affidata alle multinazionali. Magari a quelle del web.
Un passo piccolo, dunque. Che si di ripartenza. Come le cifre corrisposte oggi ai giornali, per ricostruire il Paese (anche) da qui: dai contributi all’editoria, dalla necessità di sostenere, con forza, un sano e necessario dibattito pubblico. Disinquinandolo da interessi di parte e notizie fasulle.
Tra le testate nazionali, spicca Famiglia Cristiana con sei milioni di contributo riconosciuto. Segue Avvenire, quotidiano edito dalla Cei, con 5,4 milioni. Riconosciuti 287mila euro a Civiltà Cattolica, la rivista dei gesuiti mentre 273mila euro andranno a La Vita Cattolica. A Libero sono stati riconosciuti 5,4 milioni; al Manifesto andranno 3,1 milioni e a Il Foglio 1,8 milioni. Poco più di quattro milioni andranno a Italia Oggi. Poco più di 930mila euro per il Secolo d’Italia.
Tante voci locali tra le testate che potranno usufruire del contributo. Al Quotidiano del Sud sono stati riconosciuti poco meno di 3,7 milioni; al Quotidiano di Sicilia 1,2 milioni. Per Il Cittadino saranno stanziati 1,4 milioni di euro. Due milioni e duecentomila euro a Corriere di Romagna e Cronaca qui. Per il gruppo Editoriale Oggi sono stati stanziati poco meno di 1,7 milioni. Poco più di 930mila euro per La Provincia. Previsti aiuti anche alle voci, insostituibili, degli italiani all’estero. Tra gli altri, gente d’Italia otterrà poco più di 950mila euro, America Oggi 546mila euro.
Ecco qui gli elenchi completi
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