A partire dal 1 gennaio 2015, tutti i produttori TV dovranno integrare nei loro modelli il sintonizzatore digitale terrestre in standard DVB-T2 e, a partire dal 1 luglio 2015, non potranno più essere vendute TV prive di decoder DVB-T2 integrato. L’importantissima novità è stata inclusa nell’emendamento al decreto di semplificazione fiscale presentato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Sia chiaro che questo non significa che a partire dal 2015, tutte le trasmissioni saranno in DVB-T2, ma semplicemente che l’Italia si allinea agli standard di trasmissione più aggiornati, anche in virtù del fatto che proprio a partire dal 2015 le frequenze disponibili per il digitale terrestre saranno ridotte, passando da 55 a 34. Riduzione che obbligherà inevitabilmente le emittenti ad utilizzare uno standard più efficiente (qual è il DVB-T2 rispetto all’attuale DVB-T). L’algoritmo di compressione previsto per il DVB-T2 è l’Mpeg 4, che sarà quindi utilizzato sia per le trasmissioni in standard definition (che speriamo possano man mano sparire) e soprattutto per quelle in HD. Ma perché lo switch è così necessario, ragioni di upgrade tecnologico a parte?
Problemi di banda: attualmente sono tantissimi i dispositivi che si agganciano alle frequenze per sfruttare servizi, navigazione e trasferimento di dati, parliamo di smartphone, cellulari, tablet, computer con chiavette, ecc… Aggiungendo anche la prossima connettività 4G LTE che si attuerà non appena saranno liberate le frequenze promesse (e già vendute) dal Governo, si ottiene un gran traffico che toglierebbe spazio alla TV. Per questo motivo servono sempre più canali su una banda sempre più stretta. E con il nuovo standard DVB-T2 si potranno avere fino a 6 canali in alta definizione su uno stesso multiplex (pacchetto) contro i due attuali. Nello specifico, i requisiti e le caratteristiche del DVB-T2 sono:
• Tipi di ricezione :Ricezione fissa con possibilità di configurazioni (come DVB-T) per ricezioni portatili e mobili;
• Vincoli frequenziali: Trasmissione entro i livelli di interferenza rispetto al DVB-T;
• Capacità trasmissiva: Massimo incremento della capacità trasmissiva netta rispetto al DVB-T in simili condizioni,(almeno del del 30% per ogni canale) con migliori caratteristiche di robustezza;
• Trattamento dei flussi: Trasporto dell’MPEG4 Transport Stream ed anche del GSE (Generic Stream Encapsulation) definito dal DVB; Trasporto simultaneo di più flussi di trasporto DVB in un singolo canale; Possibilità di un’efficiente multiplazione statistica dei flussi in ingresso;
• Robustezza: Maggiore robustezza, rispetto al DVB-T, nei confronti di interferenze provenienti da altri trasmettitori, incrementando con ciò la possibilità di riuso delle frequenze. Differenti livelli di protezione da applicare uniformemente a tutti i dati del “Transport Stream” trasportato dal DVB-T2 in un particolare canale;
• Velocità di adattamento: Rivelazione automatica, entro 0,5 s, delle variazioni delle opzioni di modulazione. Sebbene il ricevitore potrebbe non essere in grado di adattarsi automaticamente. Non più di 0,3 s di ritardo addizionale nello zapping (cambio canale), rispetto a DVB-T;
• Ri-uso infrastruttura DVB-T: Ri-uso dei siti e tralicci di trasmissione, antenne e cavi delle installazioni domestiche usati per il DVB-T;
• Costi: Riduzione, rispetto al DVB-T, del costo dei trasmettitori, a parità di potenza, sia in termini di investimento sia di costi di gestione. Economicità nella realizzazione della copertura di aree locali, regionali e nazionali nel contesto della normative sull’allocazione delle spettro radio. Ad esempio ottimizzando I costi delle infrastrutture e l’uso dello spettro.
In Italia Europa 7 ha anticipato tutti i competitors e trasmette già da circa un anno mediante la nuova tecnologia attraverso l’utilizzo di un apposito decoder. L’editore Francesco Di Stefano ancora una volta l’aveva “vista” lunga..