L’inchiesta di FanPage nei confronti del leghista Claudio Durigon potrebbe avere strascichi giudiziari. Già, intanto, fanno rumore quelli politici. Le rivelazioni dei giornalisti di FanPage fanno tremare la Lega oggi al governo con Draghi. E hanno scatenato decine e decine di reazioni, di vario tenore. Tra queste, quella del diretto interessato che ha annunciato denunce e querele contro gli autori dei reportage pubblicati dalla testata napoletana.
Accanto ai colleghi del giornale online si sono subito schierati i giornalisti del Sindacato Unitario dei Giornalisti Campani, insieme ai colleghi della Federazione nazionale della Stampa italiana, che hanno parlato di “querele bavaglio” e sono pronti a sostenere FanPage in ogni sede. Così in una nota, il Sugc ha spiegato la sua posizione: “Le dieci querele annunciate da Claudio Durigon dopo l’inchiesta di Fanpage “Follow the money” sono la rappresentazione plastica di come le denunce bavaglio siano uno strumento per mettere a tacere i giornali e perché la politica non voglia mettere mano a una legge che limiti l’utilizzo di questo strumento”.
E dunque la Federazione nazionale della Stampa italiana e il Sindacato unitario giornalisti della Campania si sono dichiarati “al fianco dei colleghi di Fanpage, che in un video hanno mostrato il dirigente della Lega mentre dice che il “generale della Finanza” che indaga sui fondi sospetti della Lega “lo abbiamo messo noi”. Affermazioni gravissime sulle quali dovrebbe dare ampie spiegazioni ai cittadini invece di minacciare liti in Tribunale”.
Infine Sugc e Fnsi hanno concluso: “Abbiamo sempre apprezzato il coraggioso lavoro di inchiesta svolto dai colleghi di Fanpage, che siamo pronti ad affiancare in tutte le sedi. Ai cronisti del giornale online e a Francesco Piccinini, che proprio oggi lascia la direzione, va la nostra solidarietà e l’invito a non fare un passo indietro nel loro lavoro di indagine e di denuncia”.