Giornalismo, magistratura e politica: incrociano le sciabole la Lista Toti, che si riferisce all’ex governatore della Regione Liguria, e il Secolo XIX. La pietra dello scontro è l’inchiesta che ha al centro proprio Giovanni Toti. E il racconto che ne fa il principale quotidiano ligure. E che alla Lista Toti, evidentemente, non è piaciuto granché. Al punto che le critiche piovono sul giornale mentre il comitato di redazione del Secolo XIX, che già aveva incrociato le lame con Toti e la sua maggioranza da governatore, contrattacca rivendicando a sé la scelta delle notizie e di come darle ai lettori. “Il Cdr del Secolo XIX – scrivono i rappresentanti sindacali – esprime stupore per l’ennesimo attacco al lavoro dei giornalisti del nostro quotidiano da parte della Lista Toti. Questa volta la lista arancione, che porta il nome del giornalista e ormai ex presidente della Regione Liguria, prende di mira due colleghi di giudiziaria del Decimonono che da settimane stanno seguendo l’inchiesta per sospetta corruzione che ha portato all’arresto di Giovanni Toti lo scorso 7 maggio”. Ma non è tutto: “Spiace ricordare per l’ennesima volta alla Lista Toti, la cui coordinatrice è la giornalista e deputata Ilaria Cavo, che non sono i partiti politici, di qualsiasi colore, a dire quali notizie e in che modo debbano essere pubblicate”.
Finita qui? Manco per idea. “Evidentemente Toti e Cavo, che da anni non svolgono più attività giornalistica pur essendo ancora iscritti all’Ordine, si sono dimenticati non solo di quelli che sono i principi del Codice deontologico del loro Ordine professionale, ma anche di come si fa cronaca e informazione, ritenendo invece corretto che vengano pubblicate solo notizie che a loro fanno piacere: sarà forse per questo che non si contano le volte in cui hanno chiamato in redazione al Secolo XIX per chiedere un’intervista oppure la pubblicazione di un loro comunicato sul giornale”.
I giornalisti del quotidiano ligure promettono che “di certo non si faranno intimidire da questi attacchi destituiti di ogni fondamento e gravemente diffamanti, precisano che tutti i contenuti degli articoli contestati sono confermati con chiarezza da numerosi documenti investigativi e continueranno a svolgere il proprio lavoro a favore della corretta informazione, come voce libera e indipendente di un territorio e di una popolazione che da sempre consideriamo a tutti gli effetti il nostro naturale editore”.