Spetta al Tar della Lazio l’ultima parola nella battaglia legale che ha coinvolto la Rai, l’Agcom e i Radicali di Marco Pannella. Quest’ultimo, in un esposto presentato nel 2010 all’Autorità, aveva denunciato un atteggiamento poco corretto da parte della tv di Stato nei confronti del suo partito. La richiesta ha dato il via ad una sequela caotica di atti regolamentari. All’inizio del 2011 l’Agcom ha optato per l’archiviazione dell’esposto, ma qualche mese dopo il Tribunale regionale ha annullato la delibera del Garante. Con provvedimento pubblicato nell’ottobre 2012, l’Autorità indipendente ha ribadito l’insussistenza delle motivazioni presentate da Pannella, disponendo una nuova archiviazione. Una decisione che ha spinto l’instancabile politico ad una nuova sollecitazione al Tar, che stavolta ha adottato misure più incisive nei confronti dell’Agcom, imponendo al Garante la riparazione del danno entro trenta giorni.
Il nodo della questione è la pressoché nulla presenza dei Radicali nei programmi di approfondimento politico della Rai a partire dal 2010. Secondo il Tar, sono due gli errori posti alla base dell’archiviazione proposta dall’Agcom. Il primo è il mancato riconoscimento della rappresentanza politica dei Radicali, che, seppur in bassa percentuale, erano comunque presenti in Parlamento con sei deputati e tre senatori. Il secondo è l’omologazione delle trasmissioni politiche, che non avrebbe tenuto conto della differente risonanza a livello mediatico tra i vari programmi. Il Garante dovrà ora ottemperare alla sentenza del Tar, per evitare la nomina di un commissario ad acta.
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