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DUCK DUCK GO: IL PORTALE DI RICERCA CHE METTE LA PRIVACY AL PRIMO POSTO

Aumentano di giorno in giorno e sono sempre più numerose le nuove realtà tecnologiche che si affacciano nell’affollato panorama dell’High Tech, ragion per cui vale la pena soffermarsi su alcune di esse.
Sì perché, oltre ai cosiddetti “pesci grandi” che la fanno da padrone nella rete, come i motori di ricerca storici che rispondono ai nomi diGa Google o Bing, nel mare magnum del web, c’è spazio anche per i “piccoli”.
Lo dimostrano esempi come l’italiano Quag (il progetto di ricerca informazioni social) ed ancora il motore di ricerca “Duck Duck Go”, ideato e progettato, nel 2006, dal ventenne Gabriel Weinberg, che utilizza come simbolo grafico un papero.
Il search engine di Weinberg punta tutto sul rispetto della privacy e sulla protezione dalle intrusioni di spam.
Come mettere in pratica tutto ciò? Semplice, il primo passo è quello di abolire il tracciamento delle ricerche ed il filtraggio dei risultati delle ricerche in base allo storico dei nostri click, in modo tale da scapolare il bombardamento delle campagne pubblicitarie del web.
Il secondo passo, volto sempre ad ottimizzare i risultati della ricerca, prevede l’utilizzo della funzione “Zero Click”, ovvero un riquadro in cima ai risultati di ricerca che rimanda la richiesta dell’utente direttamente alle pagine maggiormente accreditate e certificate (come Wikipedia ed altre).
Congiuntamente al riquadro “Zero Click” troviamo il sistema di sintassi “Bang” che personalizza la ricerca sulla base della parole chiave.
Il tutto si pone al servizio dell’utente, aiutandolo a districarsi dalle insidie dei “distrattori” della rete, quali possono essere i molteplici banner pubblicitari.
Ma è pur vero che la pubblicità costituisce comunque una necessaria fonte di guadagno per i portali, necessità a cui anche il progetto del giovane Weinberg, ex studente del MIT, deve far fronte.
Dunque la soluzione non sta tanto nell’abolire totalmente le inserzioni pubblicitarie, ma semplicemente nel renderle quanto più discrete.
Di conseguenza, lo spazio riservato ai banner promozionali presenti su Duck Duck Go, è quello limitato nella colonna posta a destra dei risultati di ricerca, e il 10% degli introiti derivanti da questi, viene devoluto al FOSS (acronimo di Software libero ed Open Source).
Non c’è che dire.
Un’iniziativa, quella del motore di ricerca di Valley Forge, lodevole per molti versi e che prova a mantenere intatto lo spirito puro della libera informazione su cui la rete poggia, da sempre, le proprie basi.

editoriatv

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