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DTT. La Rai pronta a tagliare dodici canali

«La Rai non può arrivare al 2016 con l’assetto attuale: la riforma va fatta e va fatta subito»: ha le idee chiare Maurizio Rossi, senatore di Liguria Civica e membro della Commissione di Vigilanza Rai. Rossi, che nella «vita privata» è editore della tv «Primocanale» di Genova, ha elaborato un piano organico di ristrutturazione dell’azienda di viale Mazzini che, in sede di analisi del Contratto di Servizio, ha sottoposto alla Commissione. Il progetto prevede: la diminuzione di «canali inutili sia per ascolti che per introiti, riducendone il numero agli standard europei da 17 a 5»; la conseguente diminuzione di utilizzo di frequenze da 5 a 2 «con forte risparmio di costi tecnici e di manutenzione»; l’accorpamento delle redazioni giornalistiche «sugli standard europei di servizio pubblico», portandole da 13 ad un massimo di tre; l’accorpamento delle sedi regionali in «macrosedi da minimo 5 milioni di copertura, con massimo 200 dipendenti cadauna». Un maxipiano nero su bianco «in linea con le tendenze del mercato. I gruppi editoriali – ha spiegato Rossi – hanno tagliato in questi anni di crisi il 20% dei loro costi. Un taglio di 150 milioni, quello previsto dalla spending review, per la Rai rappresenta solo il 6% dei ricavi. Viale Mazzini potrebbe addirittura fare di più. E si dovrà di certo fare di più dal 2016, quando scadrà la convenzione Stato-Rai e si dovrà passare da bando per l’assegnazione per la nuova convenzione». Sì, perché, spiega Rossi, a quella gara potranno partecipare diversi soggetti, anche altri network e reti locali «e la Rai deve essere in grado di competere». Le proposte di Rossi in Commissione non sono passate, anzi, dalla Commissione stessa sono stati fatti diversi emendamenti «i quali anziché andare verso una spending review in Rai prevedono, addirittura, ulteriori costi per l’azienda in vari settori: produzione, investimenti tecnologici, incrementi di personale, appalti esterni, doppiaggi, sottotitolazioni». Ma non può continuare così. Il «piano Rossi», quello che prevede il taglio di 12 canali 12, è stato preso dal suo autore e «girato», lunedì scorso, al ministro per lo Sviluppo Economico, Federica Guidi e al presidente della Rai, Anna Maria Tarantola. Per non farsi mancare nulla Rossi, per conoscenza, ha mandato il piano anche al commissario per la spending review, Carlo Cottarelli, al presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, e al presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico che, per altro, già lo conosceva. Di tutti questi soggetti quello al quale il «piano Rossi» sembra interessare di più è Carlo Cottarelli, con il quale il senatore si è incontrato, e che, attualmente, ha il progetto di ristrutturazione al vaglio sul suo tavolo. Nel futuro della Rai c’è il «taglio» di 12 canali 12? Per il momento è un interrogativo, ma una cosa è certa, Mamma Rai è attesa al varco dalla scadenza della convenzione tra Stato e azienda, che avverrà il 6 maggio 2016. Rossi ha anche chiesto a un noto studio legale un un parere su quello che accadrà in quella data e il responso appare chiaro: «Il ricorso alla procedura concorsuale è lo strumento necessario per effettuare la spending review nel settore delle telecomunicazioni, perché, attraverso il bando, si può scegliere il miglior contraente al minor costo». Questo Rossi lo sa, ma non solo lui, visto che si sente in sintonia con il premier. «Finalmente un presidente del Consiglio che immagina una Rai non asservita ai partiti ma che deve operare nell’interesse dei cittadini», ha affermato il senatore Rossi, riferendosi a quello che ha detto, proprio ieri, Matteo Renzi: «La Rai non è dei partiti, la Rai non è del governo e non lo sarà mai più». «Ridurre i costi dell’azienda radiotelevisiva pubblica – ha aggiunto il senatore – è un gesto responsabile in questa fase di spending review, ma è anche un gesto in linea con le tendenze del mercato».

fonte: www.iltempo.it

link:http://www.iltempo.it/economia/2014/05/15/nel-futuro-di-mamma-rai-dodici-canali-da-tagliare-1.1250019?localLinksEnabled=false

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