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DOPO GLI SCONTRI DI ROMA, MARONI: «PUNIZIONI ESEMPLARI PER I RESPONSABILI»

È quanto promette il Ministro degli Interni Roberto Maroni a proposito degli scontri che hanno sconvolto Roma nella giornata di sabato durante il corteo degli indignati bloccato da un gruppo di violenti.
Maroni che riferirà in Senato domani sull’accaduto, parla inoltre di «rischio concreto che ci scappasse il morto». Stessi toni da parte del ministro della Difesa Ignazio La Russa che pure afferma che ieri «qualcuno cercava il morto».
In effetti, quella che doveva essere una giornata di manifestazioni pacifiche contro i contraccolpi della crisi economica, gli abusi della finanza, il precariato e le ricette anti-crisi della politica e che ha coinvolto ben 951 città di oltre 80 Paesi (dall’Europa all’Asia passando per Wall Street e la Bce), in Italia in poche ore ha trasformato la capitale, da piazza Cavour a San Giovanni, in un campo di battaglia. Circa tremila i “black bloc” che armati di sanpietrini, bombe carta, bastoni, bulloni si sono scagliati contro i poliziotti, per danni stimati nel valore di un milione di euro. La tensione ha raggiunto il punto più alto quando un gruppo armato di bastoni ha assaltato un cellulare dei carabinieri dandolo poi alle fiamme. Un giorno di guerriglia però a quanto pare annunciato dall’evoluzione seguita dalla stessa manifestazione destinata a degenerare. Questo perché sin dalle prime ore del pomeriggio di sabato i primi gruppi di giovani con caschi, il volto coperto da passamontagna e vestiti di nero, hanno fatto la loro prima comparsa guadagnando posizioni avanzate nel lungo serpentone umano partito da piazza Esedra poco prima delle 14. A metà della manifestazione, infatti, con i primi scontri avvenuti in via Labicana con auto e cassonetti incendiati lungo il percorso, il corteo si è praticamente “spento”. I manifestanti pacifici, che erano la stragrande maggioranza, hanno abbassato le bandiere e hanno deviato per raggiungere il Circo Massimo Mentre quelli giunti in piazza San Giovanni, e là rimasti intrappolati, non hanno potuto fare altro che addossarsi sulla scalinata della basilica e tenere le mani alzate per distinguersi dai violenti.
Intanto l’opposizione individua nei piani alti i complici indiretti della vicenda che ha sconvolto la capitale. «Maroni si assuma le sue responsabilità», dicono dall’Idv. Per Roberto Menia del Fli i responsabili sono entrambi: «Maroni e La Russa». «I violenti girano per l’Italia indisturbati, il governo spieghi», chiede il Pd che con il segretario Pierluigi Bersani sottolinea il rischio che alcuni «provocatori vogliono farci fare la fine della Grecia», per impedirlo «dobbiamo rimettere in cammino la dignità dell’Italia».

(TMNews)

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