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Dopo Apple e Snapchat violati 7 milioni di account Dropbox

Pirateria-online_h_partbPirateria-online_h_partbDopo il furto e la fuga sul web di scatti sexy di star come Jennifer Lawrence e quello di immagini di ragazzini dall’applicazione Snapchat, un altro attacco hacker. Questa volta colpisce Dropbox. Sette milioni di account del popolare servizio di archiviazione dati sulla nuvola del web sarebbero stati violati e alcune credenziali pubblicate in Rete. La società si difende e spiega di non essere direttamente responsabile. “Username e password sono stati rubati da altri servizi ed usati per cercare di effettuare l’accesso agli account Dropbox”, dice in una nota ufficiale. Dropbox ha comunque provveduto a resettare tutti gli account presenti nella lista pubblicata. Sperando che non ne esistono altri, magari non resi noti. Gli hacker hanno infatti affermato di avere tra le mani molti altri dati d’accesso che minacciano di rendere pubblici se qualcuno li finanzia con Bitcoin. Una campagna donazioni che per il momento non sembra avere grande successo. Dropbox, è uno dei servizi di ‘cloud storage’ più diffusi e popolari in assoluto, a cui quasi 300 milioni di utenti nel mondo si affidano per conservare documenti personali, dati sensibili e anche foto. Inventato nel 2007 a San Francisco, offre un sistema di archiviazione in Rete gratis fino a 2 Gb di spazio. “Attacchi come questo sono uno dei motivi per cui incoraggiamo fortemente gli utenti a non usare le stesse password attraverso vari servizi – spiega Dropbox -. Per un livello di sicurezza aggiuntivo, consigliamo sempre di attivare un processo di verifica a due passaggi sul vostro account”. La doppia autenticazione è la stessa misura di sicurezza implementata da Apple sul suo iCloud qualche settimana fa quando è scoppiato il caso del furto delle foto ose’ di vip, poi diventate di dominio pubblico sul web. Caso per cui è scesa in campo anche l’Fbi. Mentre è di qualche giorno fa la notizia che sono state rubate oltre 100mila foto e video da Snapchat: si presume che tra queste ci siano quelle di minorenni visto che l’app dei messaggi che si auto-distruggono è molto popolare tra i ragazzini. Anche in questo caso gli hacker si sono intrufolati sfruttando un’applicazione di terze parti. “Sbarazzatevi di Dropbox, Facebook e Google”, ha ribadito qualche giorno fa Edward Snowden in videoconferenza con il New Yorker Festival, organizzato dal popolare magazine statunitense. La preoccupazione dell’ex esperto della Nsa, come è noto, non sono però gli hacker. Per Snowden, infatti, questi giganti del web offrono servizi che non sono perfettamente criptati e quindi non mantengono la nostra privacy. (ANSA).

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