L’abbondanza dell’offerta in cash e la netta proiezione verso mercati diversi da quello delle telecomunicazioni sono stati i fattori rilevanti per la vittoria di Telefonica. Ora le due società devono fare i conti solo con l’Antitrust brasiliano, che potrebbe essere contrario a una coabitazione tra Gvt e Vivo, controllata degli spagnoli in Sudamerica. L’intera operazione potrebbe concludersi entro la primavera del 2015. Telefonica ha stimato sinergie di 4,7 miliardi, frutto di minori costi operativi e risparmi fiscali. L’alleanza con Vivendi serve anche ad aumentare il peso dell’operatore spagnolo per quanto riguarda la banda larga e la telefonia fissa.
Telecom incassa la sconfitta e ribadisce la sua intenzione di continuare a perseguire piani di sviluppo nel mercato sudamericano. I piccoli azionisti di Asati chiedono una valorizzazione di Tim Brazil a 15 miliardi di euro e non escludono una partnership con Oi, l’operatore brasiliano che ha manifestato interesse per la controllata di Telecom a poche ore dai decisivi cda. Gli investitori scommettono in una cessione dell’asset brasiliano. Critiche arrivano dalla politica. Il presidente della Commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti, ha parlato di una sconfitta prevedibile, paragonando il gruppo italiano ad un leone senza denti. Mucchetti ha puntato il dito su Mediaset, che, forte di precedente collaborazioni con Telefonica, potrebbe decidere di convergere con gli spagnoli e Vivendi verso qualche forma di aggregazione sovranazionale.
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