Va avanti a gran velocità l’iter del ddl semplificazioni licenziato in prima lettura dalla Camera. Ieri è iniziata la discussione in Commissione Affari costituzionali del Senato. Il relatore, Andrea Pastore (Pdl), ha annunciato l’intenzione di modificare il provvedimento in Commissione. «Faremo qualche correzione ma ancora dobbiamo confrontarci con il governo», ha detto, ricordando che i tempi per l’esame sono stretti perché il decreto scade il 9 aprile.
Sono molte le novità contenute nel decreto, per quanto riguarda le materie di nostro interesse, va ricordato, prima di tutto, l’emendamento della Lega sull’ultimo miglio (unbundling) che prevede che «al fine di garantire la massima concorrenzialità nel mercato delle telecomunicazioni i servizi di accesso all’ingrosso di rete fissa devono essere offerti agli operatori concorrenti in maniera disaggregata in modo che gli stessi operatori non debbano pagare per servizi non richiesti e si possa creare un regime concorrenziale anche per i servizi accessori». «In particolare il prezzo del servizio di accesso all’ingrosso di rete fissa deve indicare separatamente il costo della prestazione dell’affitto della linea e il costo delle attività accessorie, quali il servizio di attivazione della linea stessa e il servizio di manutenzione correttiva». Gli operatori devono inoltre poter comprare i servizi accessori da altre aziende.
Sul merito dell’emendamento, però, è stata presentata una denuncia al Commissario europeo Neelie Kroes da parte dell’Associazione europea degli operatori di telecomunicazioni (ETNO) a causa di una probabile l’incompatibilità della misura con le norme comunitarie che regolano il settore delle comunicazioni elettroniche. La norma metterebbe a rischio l’indipendenza dell’Autorità nazionale di regolazione (Agcom), poiché non rispetta le competenze ad essa assegnate dalla normativa europea in materia di imposizione di obblighi sui servizi regolati di accesso alla rete.
In corso di esame del ddl sono stati accolti una serie di emendamenti tra cui uno presentati dagli onorevoli del Pdl Mazzuca e Marinello, che punta a una maggiore liberalizzazione delle edicole: in pratica, si chiede di consentire ai giornalai la vendita di quotidiani in altri punti nella stessa zona dove è situata l’edicola che si possiede.
Sono stati ritenuti ammissibili anche l’odg il n. 9/4940-A/61 (Pini), recante misure compensative e di calcolo del reddito a favore delle emittenti locali che hanno ceduto le proprie frequenze; l’odg n. 9/4940-A/35 (Rivolta) che impegna il Governo a valutare l’opportunità di regolamentare l’uso dei fondi della ricerca destinati a finanziare pubblicazioni scientifiche, vincolando tali finanziamenti alle garanzie di innovazione, pubblicizzazione e distribuzione nelle migliori biblioteche scientifiche, offerte dalle case editrici interessate.
Infine, è stato accolto l’ordine del giorno Comaroli n. 9/4940-A/60 che impegna il Governo a valutare l’opportunità di ridurre ad un decimo i limiti edittali in favore dell’emittenza locale la cui ratio è volta alla tutela delle realtà radiotelevisive di ambito locale. Un trattamento sanzionatorio di maggior clemenza trova giustificazione sia per il ridotto bacino di utenza, che comporta una minore incisività della violazione, sia per le dimensioni economiche, necessariamente ridotte, delle concessionarie nel caso destinatarie di atti di contestazione da parte dell’Autorità.
La Camera,
premesso che:
nella «direttiva Bolkestein» è prevista la liberalizzazione e la semplificazione della, vendita di quotidiani e di giornali, consentendo l’apertura tramite una semplice comunicazione e derogando alle norme sulle distanze e la popolazione servita, contenute nel decreto legislativo n. 170 del 2001;
le edicole sono il terminale di un sistema complesso che parte dalle case editrici, passa poi attraverso le varie catene che provvedono alla distribuzione e finisce poi per arrivare alle 38.000 edicole, sparse sull’intero territorio, e ai 4.000 punti di vendita non esclusivi;
la Federazione italiana editori giornali (FIEG) e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, hanno chiesto la ridefinizione delle norme sulla distribuzione nell’ambito più generale della riforma dell’editoria,
impegna il Governo
a modificare il decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 170 nel senso di consentire al titolare di autorizzazione per un punto vendita esclusivo di giornali e quotidiani e dei prodotti editoriali ad essi connessi e nell’ambito dell’area di localizzazione dell’edicola stessa la vendita tramite pubblici esercizi o esercizi commerciali da lui incaricati.
9/4940/108 Mazzuca, Marinello.
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