Il disegno di legge di conversione del decreto 9 febbraio 2012, n. 5, recante disposizioni sulla semplificazione ha ottenuto il via libera dell’Aula della Camera e passa, dunque, all’esame del Senato, dove la conversione in legge è prevista entro il 9 aprile. Palazzo Madama potrebbe mettere mano al testo, rivedendo anche le misure nel settore delle telecomunicazioni, che ora devono passare al vaglio di Bruxelles e che sono state denunciate dall’associazione europea degli operatori di telecomunicazioni (Etno) perché non coerenti con la normativa comunitaria. E anche l’Agcom avrebbe esaminato tale emendamento, ritenendolo in contrasto con la normativa europea, e lo avrebbe anche scritto in un parere che le è stato chiesto dai tecnici del ministero dello Sviluppo economico.
Secondo l’Autorità, infatti, la norma che consente a terzi di intervenire nella manutenzione della rete Telecom sarebbe discordante con la normativa europea, perché dovrebbe essere la stessa Agcom a prevedere tale misura e non il parlamento. Se la norma dovesse essere considerata incompatibile, la Commissione potrebbe infatti aprire una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia.
«La liberalizzazione del settore tlc», ha messo però in guardia il relatore al dl Stefano Saglia (foto), «è una grande conquista su cui vedremo di sicuro l’assalto delle lobby contrarie in Senato. Ci aspettiamo che il parlamento mantenga la schiena dritta». Più difficile, invece, dopo il braccio di ferro che si è consumato a Montecitorio fra i partiti di maggioranza, che si riapra il capitolo scuola, che ha visto saltare l’immissione in organico di 10 mila nuovi insegnanti di sostegno.
Nella settimana a cavallo tra il 12 e il 16 marzo è in programma l’esame delle misure principali del testo da parte dei senatori.
Ecco l’emendamento in questione:
Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
2-bis. Al fine di favorire le azioni di cui al comma 1 ed al fine di garantire la massima concorrenzialità nel mercato delle telecomunicazioni, in linea con quanto previsto dall’articolo 34, comma 1 lettera g) del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 211, i servizi di accesso all’ingrosso di rete fissa devono essere offerti agli operatori concorrenti in maniera disaggregata in modo che gli Stessi operatori non debbano pagare per servizi non richiesti e si possa creare un regime concorrenziale anche per i servizi accessori. In particolare, il prezzo del servizio di accesso all’ingrosso di rete fissa deve indicare separatamente il costo della prestazione dell’affitto della linea ed il costo delle attività accessorie quali il servizio di attivazione della linea stessa ed il servizio di manutenzione correttiva. Con riferimento alle attività accessorie, deve essere garantito agli operatori richiedenti anche di poter acquisire tali servizi da imprese terze di comprovata esperienza che operano sotto la vigilanza dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in un regime di concorrenza.
47. 016. Fava, Caparini, Torazzi, Vanalli, Bragantini.
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