Il dl sulle semplificazioni è approdato in commissione Affari costituzionali del Senato. Sono stati presentati circa 500 emendamenti e, tra questi, anche uno del governo sulla norma riguardante l’unbundling nelle telecomunicazioni, contestata da Telecom. A riferirlo è stato il relatore, Andrea Pastore (Pdl).
Durante l’esame alla Camera è stato approvato un emendamento della Lega che cerca di scardinare il monopolio di Telecom sul cosiddetto ultimo miglio in rame. L’emendamento, in pratica, obbliga a disaggregare i costi per l’affitto all’ingrosso della rete fissa dal costo del servizio di attivazione della linea stessa e dal servizio di manutenzione. Il fine è di garantire concorrenzialità nel mercato delle telecomunicazioni e fare in modo che i servizi di accesso all’ingrosso di rete fissa siano offerti agli operatori concorrenti in maniera disaggregata in modo che gli stessi operatori non debbano pagare per servizi non richiesti.
Erano stati sollevati dubbi sulla compatibilità della norma con le direttive europee ma la Commissione europea ha dato la sua approvazione. Non è dello stesso parere il presidente di Telecom Italia, Franco Bernabé, che ha giudicato l’emendamento «incostituzionale, impraticabile, inutile: in una parola, “un esproprio”». Il numero uno del gruppo Telecom ha spiegato che la concorrenza in Italia c’é – la quota di mercato degli alternativi nell’accesso, per esempio, è passata dal 23% del 2008 al 33% del 2011 – e che iniziative come quella della Lega «rappresentano un vero strappo a uno stato di diritto, una evidente forma di espropriazione». Si tratta di «interventi dirigistici che presentano evidenti profili di legittimità costituzionale, poiché incidono direttamente (e senza alcuna motivazione di pubblico interesse) sul diritto di disporre e godere dei propri beni da parte del soggetto (privato, è bene ricordarlo) titolare della rete».
Per Bernabé, anche laddove la misura non dovesse essere corretta al Senato, sarebbe «impraticabile» da un punto di vista tecnico, non gioverebbe ai consumatori e presenterebbe problemi sul piano della sicurezza. Insomma, l’emendamento va rivisto e, aggiunge Bernabé con un pizzico di polemica, «i politici dovrebbero astenersi dal discutere di problemi tecnici che non conoscono».
Per Stefano Saglia, relatore del provvedimento alla Camera, invece, la norma «é un tentativo di liberalizzare un settore in cui esiste un sostanziale monopolio».
Ma le polemiche non si placano e a dare man forte al parere negativo espresso sul disegno di legge dall’Agcom, adesso, arriva il nuovo emendamento del Governo. Staremo a vedere.
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