Categories: Giurisprudenza

DL OMNIBUS/ VALANGA DI EMENDAMENTI BIPARTISAN CHIEDONO INDENNIZZO A TV LOCALI. ASTA FREQUENZE SEMPRE PIÙ A RISCHIO

Una valanga di emendamenti sono stati presentati al Senato, alle Commissioni riunite Bilancio e Istruzione, nel corso della discussione del cosiddetto dl omnibus (ddl n. 2665). Tra le richieste avanzate: la proroga del divieto degli incroci proprietari stampa-tv al 31 dicembre 2015; la proroga al 2012 della convenzione del Ministero dello sviluppo economico con Radio Radicale, autorizzando la spesa di 10,2 milioni di euro; la proroga al 30 giugno 2012 del termine per stabilire il calendario definitivo per il passaggio alla trasmissione televisiva digitale terrestre; la possibilità, per le associazioni ed organizzazioni senza fini di lucro che non hanno potuto avvalersi della proroga delle tariffe agevolate per l’anno 2011, di ottenere un rimborso delle somme versate, eccedenti il dovuto (emendamento n. 3.0.1 di Ferrante, Della Seta, De Luca, Di Giovan Paolo, Mazzuconi, Vita e Passoni).
Numerosi gli emendamenti a favore delle tv locali. I senatori del Pd (Vimercati, Vita, Legnini e Pinotti) e del Pdl (Butti, barelli, Bevilacqua, Delogu) hanno chiesto un maggiore indennizzo, da 240 a 480 milioni di euro, per le tv locali che libereranno le frequenze digitali che dovranno essere rese disponibili a favore degli operatori dei servizi mobili in banda larga dal giugno del 2012. Un indennizzo più sostanzioso è stato chiesto da senatore del Pdl, Luigi Lettieri in un emendamento che modifica l’articolo 1, comma 9, della legge 220 del 13 dicembre 2010, che fissa al 10% la parte dei ricavi previsti dall’asta, cioè 2,4 miliardi, che andrà a favore delle emittenti locali a titolo di risarcimento per l’esproprio delle risorse frequenziali. Il senatore ha chiesto di alzare la soglia al 30% in modo che, alle tv locali andranno “un minimo di 720 milioni di euro”.
Nell’attesa che si concluda la votazione degli emendamenti (prevista per oggi), le associazioni di settore continuano a far notare come i 240 milioni previsti dal governo per rimborsare le tv locali non sono da ritenersi in alcun modo sufficienti perché non andrebbero a coprire le spese compiute per effettuare il passaggio al digitale terrestre. Tenendo conto che le emittenti sono circa 200, alla fine si tratterebbe di circa 1-1,5 milioni di euro a fronte della spesa di 5-6 milioni di euro sostenuta per lo switch-off. Le emittenti locali hanno anche minacciato il ricorso al TAR Lazio se il governo non dovesse rivedere la propria posizione. Questo, nei fatti, bloccherebbe l’asta.

Alcuni emendamenti:

3.0.1
FERRANTE, DELLA SETA, DE LUCA, DI GIOVAN PAOLO, MAZZUCONI, VITA, PASSONI
Dopo l’articolo 3, inserire il seguente:

«Art. 3-bis.

(Tariffe postali)

1. Le diposizioni di cui all’articolo 2, comma 2-undecies, del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40, relative alle tariffe postali a favore dei soggetti di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 46, sono prorogate al 31 dicembre 2011. Le associazioni ed organizzazioni senza fini di lucro che non hanno potuto avvalersi della proroga delle tariffe agevolate per l’anno 2011 hanno diritto al rimborso delle somme versate, eccedenti il dovuto, previa presentazione obbligatoria della documentazione che accerti l’effettiva spedizione a prezzo pieno.
2. Agli oneri di cui al comma 1, nel limite di 50 milioni di euro per l’anno 2011, si provvede mediante le risorse di cui ai commi 3 e 4.

4.20
D’AMBROSIO LETTIERI
Dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
«1-bis. All’articolo 1, comma 9, della legge 13 dicembre 2010, n. 220, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) le parole: ”pari al 10 per cento” sono sostituite dalle seguenti: ”pari al 30 per cento”;
b) le parole: ”non eccedente 240 milioni di euro” sono sostituite dalle seguenti: ”minimo di 720 milioni di euro”».

4.41
BUTTI, BARELLI, BEVILACQUA, DELOGU
Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
«1-bis. All’articolo 1, comma 9, della legge 13 dicembre 2010, n. 220, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) le parole: ”pari al 10 per cento” sono sostituite dalle seguenti: ”pari al 20 per cento”;
b) le parole: ”non eccedente 240 milioni di euro” sono sostituite dalle seguenti: ”minimo di 480 milioni di euro”».

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