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DL EDITORIA/ VITA: IMPORTANTE PORRE FINE AD UN CRITERIO DI EROGAZIONE ORMAI SUPERATO

Il senatore Vincenzo Vita ha preso la parola durante la discussione generale sul decreto-legge 18 maggio 2012, n. 63, recante disposizioni urgenti in materia di riordino dei contributi alle imprese editrici, in corso al Senato. Vita ha ricordato che il decreto-legge in questione apre la strada ad una riforma più complessiva recata dal disegno di legge delega e, individuando nuovi principi più selettivi e rigorosi per l’accesso ai finanziamenti pubblici, mette fine ad un criterio di erogazione ormai superato e legato all’approvazione della legge Mammì sull’emittenza che venne approvata il 6 agosto 1990 con le dimissioni di cinque Ministri dell’allora Governo Andreotti. E proprio all’indomani, il 7 agosto, prese inizio il percorso normativo, «di cui ancora oggi paghiamo le spese, come immagine e riflesso anche operativo del settore, la legge n. 250 del 7 agosto 1990, poi novellata in una sequenza normativa, degna di una serie televisiva, tante e complesse sono le assicurazioni successive». Tuttavia – continua Vita – quella prima fase diede avvio ad una situazione che oggi, con questo testo, si vuole capovolgere in una chiave diversa, più selettiva, più rigorosa, più ancorata a dei valori morali.
I punti essenziali del provvedimento sono l’ancoraggio del finanziamento all’occupazione effettiva di lavoratori, giornalisti e poligrafici, con contratti a tempo indeterminato e al numero di copie vendute. L’articolo 3 del decreto-legge, sull’editoria digitale, entra nel vivo di un passaggio epocale che segna il passaggio dall’analogico al digitale. Auspica che alcuni limiti presenti nel testo siano superati attraverso l’approvazione di emendamenti che richiedono l’innalzamento del tetto ai contributi e il computo degli abbonamenti online nel conteggio delle copie vendute.
Il senatore ha voluto ricordare che non è solo l’Italia ad avere un sistema di provvidenze. «Se si guarda ad un rapporto molto interessante “Public Support for the Media: A Six-Country Overview of Direct and Indirect Subsidies” elaborato dal Reuters Institute for the Study of Journalism dell’Università di Oxford, si noterà che è uno studio molto recente che ho letto con stupore dove si vede come in pressoché tutti i Paesi europei esistono forme dirette o indirette di sussidio all’editoria. dalla Francia alla Germania al Regno Unito alla Finlandia ed all’Austria ma anche negli Stati Uniti, con un Paese, la Francia, che ha parlato recentemente degli Stati generali sull’editoria, cui rimanderei perché sono pieni di implicazioni di grande interesse anche per noi».

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