Il decreto legge sull’editoria, approvato in prima lettura dall’aula del Senato, ridefinisce i criteri di selezione e accesso ai fondi per i giornali cooperativi, politici, locali, no profit. Non saranno conteggiate le copie distribuite, ma quelle vendute: quindi non basterà più stampare per usufuire dei soldi pubblici. Il principale criterio scelto è la correlazione tra contributi e vendite effettive delle testate ed ai livelli di occupazione professionale.
Il testo ha subito alcune modifiche, rispetto alla versione originaria uscita dal Consiglio dei ministri lo scorso maggio. Innanzitutto una piccola riduzione della ‘stretta’ per l’accesso, fissando per le testate nazionali in 25%, il rapporto tra copie vendute e distribuite (nelle edicole, escluso lo strillonaggio o le vendite in blocco) e non più il 30% fissato nel testo del decreto (percentuale che avrebbe tagliato praticamente la quasi totalità degli attuali aventi diritto). Il tetto fissato è comunque più alto dell’attuale 15%. Per le testate locali il rapporto fissato è del 35%.
Il Fondo per l’editoria viene ridotto a 120 milioni per il 2012. Si modifica poi la definizione di testata nazionale: lo saranno quelle distribuite in almeno 3 Regioni (prima era 5 il numero delle Regioni di copertura richiesta), con una percentuale di distribuzione in ciascuna di esse non inferiore al 5% della propria distribuzione totale.
Per quanto riguarda le cooperative editrici, per poter accedere ai contributi, oltre a dover garantire di essere composte esclusivamente da giornalisti, poligrafici, grafici editoriali, con prevalenza di giornalisti, e con la maggioranza dei soci dipendente della cooperativa con contratto a tempo indeterminato dovranno «comunque essere in possesso del requisito della mutualità prevalente per l’esercizio di riferimento dei contributi». Per le cooperative di giornalisti sara’ consentito di acquisire la testata, senza perdere le opportunità pregresse (salta il requisito temporale dei cinque anni dal subentro per accedere alle provvidenze).
Il requisito occupazionale prevede che le società editrici di testate quotidiane abbiano almeno 5 dipendenti con contratto a tempo indeterminato per l’intero esercizio di riferimento, mentre per le testate periodiche devono essere 3.
I nuovi criteri per il calcolo dei contributi saranno i seguenti: «si destina una quota fino al 50 per cento esclusivamente dei costi sostenuti per il personale dipendente, calcolati in un importo massimo di 120.000 euro annui e di 50.000 euro annui rispettivamente per ogni giornalista e per ogni poligrafico assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato, per l’acquisto della carta, per la stampa, per gli abbonamenti ai notiziari delle agenzie di stampa».
C’è maretta al settimanale Oggi: i giornalisti hanno sfiduciato il direttore Andrea Biavardi, subentrato a…
Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…
Fumata bianca ad Askanews: l’assemblea dei giornalisti dà il via libera alla proposta di prepensionamenti.…
Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…
Le cose cambiano, tutto scorre direbbe Eraclito. Sono passati meno di cinque anni dal 2020,…
Le associazioni degli editori europee sono pronte a ingaggiare battaglia contro Google. Per il caso…