Le Commissioni Bilancio e Finanze di Montecitorio hanno approvato un emendamento del governo al decreto anticrisi (A.C. 2561) che prevede la sottoscrizione di “accordi di collaborazione” tra Agenzia delle Entrate, Dipartimento per l’informazione e l’editoria, Direzione generale per il cinema del Ministero dei beni culturali, il Ministero dello Sviluppo economico-Comunicazioni, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. La norma è volta ad attuare la disciplina della “pornotax”, già prevista nella finanziaria 2006 ma rimasta lettera morta. Si tratta di un’addizionale del 25% sui redditi derivanti dalla produzione, distribuzione e rappresentazione di materiale pornografico e di incitamento alla violenza.
Il Decreto-Legge 29 novembre 2008, n. 185 ha precisato che, “per materiale pornografico si intendono i giornali quotidiani o periodici, con i relativi supporti integrativi, e ogni opera teatrale, letteraria, cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico, in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti”.
Le maggiori entrate derivanti dalla pornotax saranno assegnate al Ministero dei beni culturali per interventi a favore dello spettacolo.
Intanto la discussione generale in Aula alla Camera sul decreto anticrisi, ha ripreso il via e sembrerebbe ormai scontato il ricorso alla fiducia, che dovrebbe essere posta dal governo stesso domani. Il voto di fiducia si terrebbe venerdì mentre il voto finale sul provvedimento, dopo l’esame degli ordini del girono, dovrebbe essere martedì 28 luglio. Il provvedimento passerà poi all’esame del Senato che, salvo imprevisti, dovrebbe confermare il testo approvato a Montecitorio.
Federica Liucci
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