Dopo le sanzioni inflitte dall’Autorità lunedì scorso alle redazioni di Mediaset e Rai per un totale di circa 816mila euro, i 49 giornalisti del TG5 diretto da Clemente Mimun non sembrano aver approvato il comunicato stampa di risposta del Cdr che li invitava a “dare il meglio di sé in questa situazione per cercare di garantire un’informazione equilibrata, completa, non settaria, utile al civile confronto tra le diverse posizioni politiche nel Paese». Tutto ebbe inizio a partire da un esposto-denuncia depositato all’Agcom dall’opposizione in seguito alle segnalazioni su una irregolare sovraesposizione del premier nelle edizioni dei Tg delle principali reti nazionali in piena campagna elettorale. L’Agcom ha poi riconosciuto la violazione dei regolamenti elettorali così come da lei stessa emanati insieme alla Commissione Vigilanza. Eppure i giornalisti Mediaset sembrano non aver digerito la posizione equilibrata del proprio comitato di redazione, facendo sapere in un documento ufficiale di voler prenderne le distanze e, anzi, deplorandone persino il comportamento. “Il cdr è intervenuto autonomamente su di un tema così importante nonostante la dissociazione di uno dei membri e senza ascoltare l’opinione dei colleghi” si legge nel testo che così prosegue “il Tg5 segue da sempre la politica con correttezza e non solo durante le campagne elettorali. Avremmo dovuto dissociarci da una sanzione che oltre ad essere ingiustificata, si prefigura come una chiara interferenza nel libero svolgimento delle nostra professione che mette a repentaglio la libertà di informazione”. Una posizione che disattende, in poche battute, l’invito alla moderazione fatto dai vertici dello stesso telegiornale che solo pochi giorni prima aveva ribadito l’assenza di qualsiasi intento intimidatorio verso l’informazione nell’iniziativa sanzionatoria dell’Agcom.