Il Consiglio dell’Autorità Garante delle Comunicazioni, presieduto da Corrado Calabrò, ha reso nota ieri in un comunicato la decisione unanime di rinnovare la segnalazione al Governo e al Parlamento del 24 Novembre 2010, sull’opportunità di una proroga congrua del divieto di incroci proprietari tra tv e quotidiani nazionali.
In base alle disposizioni contenute nel milleproroghe (decreto-legge n. 225 del 29 dicembre 2010), il divieto di incroci proprietari tra stampa e tv, contenuto nella cosiddetta ‘legge Gasparri’, verrà a scadere il 31 marzo prossimo.
L’Agcom pone l’attenzione sul vuoto normativo che si verrebbe a creare qualora non venisse conservata la disposizione in materia di limiti antitrust che impone a chi eserciti attività televisiva in ambito nazionale attraverso più di una rete, di non acquisire partecipazioni in imprese editrici di giornali quotidiani o di costituirne di nuove.
La segnalazione dell’Autorità si pronuncia anche sull’urgenza di un adeguamento della formulazione attuale del divieto d’incrocio alla trasformazione del sistema radiotelevisivo intervenuta con l’evoluzione tecnologica digitale terrestre, satellitare e via cavo, nonché a quella di mercato del settore. Il profilo della questione è di immediata evidenza se si prende in considerazione la stessa definizione del termine “rete” che con il passaggio dall’analogico al digitale terrestre deve tener conto di un multiplex di reti digitali. Il divieto andrebbe quindi applicato a chi abbia il controllo su più di un programma televisivo, riconoscibile come l’analogo più verosimile di un quotidiano o della stessa rete analogica.
Nei giorni scorsi già il Presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Antonio Catricalà, in una segnalazione al Presidente del Consiglio dei Ministri ed alle Camere, aveva posto l’accento sul problema dell’opportunità della disposizione stessa, sollevando la questione del conflitto d’interessi pendente su di un Presidente del Consiglio titolare di interessi patrimoniali nel settore oggetto della disciplina normativa.
Manuela Avino
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