In attuazione del recepimento delle direttive europee 2009/140/CE e 2009/136/CE, relative al nuovo quadro regolamentare sulle comunicazioni elettroniche, il Ministero dello Sviluppo Economico ha predisposto gli schemi di due decreti legislativi intesi a modificare il “Codice delle comunicazioni elettroniche” (dlgs 259/2003) e il “Codice per la protezione dei dati personali” (dlgs 196/2003). Tra le novità introdotte del Codice delle comunicazioni ci sarebbe il divieto di trasferimento e di affitto delle frequenze originariamente ottenute a titolo gratuito. Per la Federazione Radio Televisioni (Frt) tale divieto «non tiene assolutamente in considerazione della realtà italiana. Infatti, in tutti questi anni le emittenti televisive per poter creare una rete di trasmissione, presupposto essenziale per l’esercizio dell’impresa televisiva, hanno investito sul mercato ingenti risorse per l’acquisto delle frequenze. Tale circostanza non si può ignorare». «Il principio che si vuole introdurre – continua la nota – oltre ad essere del tutto nuovo nel nostro ordinamento, sia con riferimento alle trasmissioni analogiche che a quelle digitali, non è previsto dalle direttive comunitarie (2009/140/CE e 2009/136/CE) che si intendono recepire con gli emendamenti proposti dal Ministero dello sviluppo economico è fortemente limitativo della concorrenza e della razionalizzazione nel settore».
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