”La destinazione dello spettro radio, da cui tra l’altro lo Stato potrebbe ricavare consistenti risorse economiche, pero’, non pare appassionare. Eppure, senza coinvolgere il tema frequenze, il confronto sulle Ngn rischia di rimanere monco – sottolinea il commissario dell’Autorità per le tlc -. Non a caso in Europa la tendenza e’ quella di considerare in modo complessivo tutte le piattaforme della comunicazione elettronica assoggettando frequenze e reti di telecomunicazione a un regime di regole unitario che favorisca la competizione e l’accesso ai servizi”. In questo senso, spiega D’Angelo ”bisogna recuperare frequenze da chi ne ha in eccesso e riassegnarle attraverso un’asta competitiva. Il beauty contest non basta. E la gara deve essere aperta alla partecipazione anche di soggetti non detentori di frequenze analogiche: e’ fondamentale per tutelare pluralismo e concorrenza. L’asta, inoltre, consentirebbe un introito significativo per le casse dello Stato”.
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