Procede, in Aula al Senato la discussione generale sul disegno di legge 2228 (Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica). Poco fa è intervenuto il senatore del Pd Vincenzo Vita che ha messo in evidenza i tagli virulenti, spietati e senza alcuna possibilità di recupero, inflitti, dalla manovra economica, alla cultura ad alla comunicazione.
In particolare, il senatore ha ricordato che, per il “comparto editoria, nelle prossime ore sono a rischio 100 testate, perché il Fondo per l’editoria, che si supponeva potesse andare avanti almeno per due anni, viene tagliato selvaggiamente. Tutto questo sarebbe stato risolto ad abundantiam, con finanziamenti anche per altri settori, se si fosse fatta la gara per le frequenze digitali, come negli altri Paesi, ad esempio la Germania, che investono in cultura anche se fanno una manovra economica più forte della nostra: si sarebbero incassati 2 miliardi di euro, ma quell’emendamento non passò, e pro tempore c’è sempre Silvio Berlusconi a curare anche le aziende che lo riguardano”.
Il senatore ha anche ricordato che il dibattito si sta svolgendo su un testo diverso da quello sul quale poi il Governo chiederà la fiducia, che è già stata anticipata: il maxiemendamento.
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