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Diritto d’uso delle frequenze. Mediaset “decide” di pagare poco meno della metà dovuta

Scrive LA REPUBBLICA: “Al momento di versare allo Stato il ‘fitto’ per le sue frequenze tv, Mediaset si applica uno sconto. Invece di pagare 20,39 milioni (più o meno l’importo degli anni precedenti, più o meno quanto versa la ‘gemella’ Rai) ne paga solo 8,85. Meno della metà, insomma. Per sua autonoma scelta. Ed è proprio il Biscione a rendere pubblica la decisione. Siamo a pagina 27 di un ricorso che i suoi legali presentano ai giudici del Tar nel 2013, pochi giorni prima di Natale, è il 9 dicembre. Scrive il professor avvocato Giuseppe Rossi che il ‘fitto’ per le attività televisive dell’anno prima (il 2012) è stato onorato, certo, ma soltanto ‘sino al 30 giugno’. (…) Mediaset, peraltro, paga mal volentieri questi 6 mesi, ‘al solo scopo di evitare procedure di recupero coattivo’ e l’adozione di sanzioni. (…) Il ricorso — che porta la firma di Elettronica Industriale, la sua società dei ripetitori — contesta intanto una presunta omissione del Garante Comunicazioni (l’AgCom). I legali di Mediaset ricordano che il vecchio sistema di pagamento, quello della Finanziaria 2000, doveva finire in soffitta a partire dal gennaio del 2013. Spettava all’AgCom stabilire nuovi criteri di calcolo del canone ‘entro 90 giorni’ dall’entrata in vigore di una certa legge (la 44 del 2012). E invece l’AgCom che combina? Proroga di un anno il vecchio regime del 2000 con una sua delibera d’emergenza dell’ottobre 2013. Delibera che il Tar — chiede ora Mediaset — deve asfaltare. Ma Mediaset sostiene anche che l’obbligo di pagare l’1% del fatturato potrà anche avere valore, ma fino al 30 giugno del 2012. Dal 30 giugno 2012, l’Italia entra in una nuova era geologica. Abbandona le trasmissioni con tecnica analogica per il digitale terrestre. E nuove tecnologie chiamano nuove regole. Per questo, dopo aver avvistato l’AgCom, il Biscione versa il canone solo per i 6 mesi dell’era analogica. Sono 5 milioni 620 mila euro (per Canale 5); 2 milioni 337 mila (per Italia 1); e 894 mila per Rete 4. Il totale fa 8 milioni 852 mila euro (contro i 20,39 dovuti per l’intero anno). A settembre del 2014, l’AgCom cambia finalmente i criteri di calcolo del canone. Ma stavolta è il governo Renzi a puntare i piedi e ad annunciare che il vecchio sistema (quello del 2000) deve restare in vigore un altro anno, in attesa di una legge che riorganizzi le cose. Che cosa diranno ora quelli di Mediaset? E che cosa i giudici del Tar, investiti di tanto caos?”

fonte: www.ilvelino.it

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