E’ arrivata l’attesa sentenza della Corte Costituzionale sul regolamento Agcom per la tutela del diritto d’autore. Ma la questione è ben lungi dall’essere risolta. La Consulta ha infatti giudicato inammissibile le ordinanze presentate dal Tar del Lazio nel settembre del 2014. Le questioni sollevate, per i giudici della Corte, presentano profili di contraddittorietà, ambiguità e oscurità nella formulazione della motivazione e dell’oggetto. Perciò il regolamento continuerà ad essere applicato in attesa di una nuova pronuncia da parte del Tar o del Consiglio di Stato. La Consulta ha però dato ragione in parte a chi sostiene che l’Agcom si sia attribuita poteri non compresi nelle sue funzioni. I giudici sostengono infatti che ““le disposizioni censurate non attribuiscono espressamente” all’Autorità “un potere regolamentare in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica”. E anche che: “nessuna delle disposizioni impugnate, in sé considerata, dispone specificamente l’attribuzione all’autorità di vigilanza di un potere regolamentare qual è quello esercitato con l’approvazione del regolamento impugnato nei due giudizi davanti al Tar”. Da queste asserzioni si evince che la Corte non è convinta della legittimità costituzionale delle norme sulle quali si fonda il potere dell’Agcom. Ma per ora il regolamento resta in piedi.
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