Categories: Diritto d'Autore

Diritto d’autore. Sky fa ricorso contro regole Agcom: “anticostituzionali”

È un ricorso straordinario, rivolto dall’emittente satellitare al Capo dello Stato, con un atto firmato dal noto costituzionalista Roberto Mastroianni. Alla base c’è un’accusa: il governo Berlusconi (tramite decreto Romani sull’audiovisivo) avrebbe dato un potere eccessivo, anti costituzionale, ad Agcom, nell’affidarle il compito di stabilire nuove regole contro la pirateria. Tecnicamente, l’errore sarebbe di “eccesso di delega” da parte del legislatore a favore di Agcom. Sky è la prima azienda a ricorrere contro il regolamento Agcom. Avevano già fatto ricorso (al Tar del Lazio) varie associazioni dei consumatori (Altroconsumo, Movimento di difesa del Cittadino), Assoprovider, l’associazione Nazionale Stampa Online, la Federazione dei media indipendenti (Femi) e l’Open media coalition. È notevole che sia una emittente tivù a scendere in campo contro Agcom, visto che invece Mediaset è da tempo uno dei principali sostenitori delle nuove regole, per la difesa del proprio diritto d’autore su internet.
Sky avrebbe però almeno due motivi per agire in questo modo. Il primo è che le nuove regole consentono ad Agcom di bloccare non solo siti internet ma anche programmi tivù che violerebbero il diritto d’autore. Autori di programmi, con cui Sky ha contenziosi, potrebbero quindi utilizzare questo nuovo strumento per dare filo da torcere all’emittente. Se ritengono che Sky stia utilizzando i loro contenuti senza permesso (cioè senza retribuirli), possono andare da Agcom per chiedere il blocco del programma per violazione del diritto d’autore. Oppure possono anche limitarsi a minacciare quest’azione, per avere un maggiore potere contrattuale nei confronti di Sky. È insomma una spada di Damocle inedita sull’emittente. Un altro motivo per il ricorso potrebbe essere semplicemente tattico: mettere pressione su Agcom per provare ad avere contropartite su altri fronti della regolamentazione tv.   La battaglia sulle nuove regole Agcom è insomma ancora in corso. Anzi, è destinata a infuocarsi. Consideriamo infatti che ancora la macchina repressiva di Agcom non ha agito. Una volta che arriveranno i primi ordini di oscuramento siti, gli operatori telefonici potranno opporsi facendo ricorso al Tar. (repubblica)

Recent Posts

Contributi alle assunzioni 2023, ecco tutti i beneficiari

Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…

23 ore ago

Askanews, i giornalisti dicono sì ai prepensionamenti

Fumata bianca ad Askanews: l’assemblea dei giornalisti dà il via libera alla proposta di prepensionamenti.…

2 giorni ago

Circolare n. 53 del 20/11/2024 – Contributi sulla trasformazione dei contratti giornalistici, pubblicato l’elenco dei beneficiari

Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…

3 giorni ago

Trump e i social network

Le cose cambiano, tutto scorre direbbe Eraclito. Sono passati meno di cinque anni dal 2020,…

4 giorni ago

Gli editori Ue contro Google: il pluralismo messo a repentaglio dallo strapotere web

Le associazioni degli editori europee sono pronte a ingaggiare battaglia contro Google. Per il caso…

4 giorni ago

Google “spegne” i giornali Ue, il test che fa tremare i piccoli editori

Google “spegne” la stampa europea. C’è un test, che fa da preludio a una precisa…

4 giorni ago