Con i diritti di proprietà intellettuale la società concede agli innovatori e ai produttori di informazioni un monopolio temporaneo per fornire incentivi alla creazione di questi beni preziosi. La società rinuncia dunque ai benefici della concorrenza, quali prezzi più bassi e maggiore diffusione dei beni, e accetta gli svantaggi del monopolio.
Ma il mercato evolve autonomamente. Fino a dieci anni fa i concerti erano considerati strumenti promozionali per vendere i dischi, mentre adesso, per gli artisti maggiori la situazione si è ribaltata. Dai dischi, questi protagonisti ricavano ben poco, ma le copie vendute attivano esternaiità positive legate alla notorietà.
La temporaneità della protezione, nei brevetti come nel diritto d’autore, è la chiave per riversare in seguito i benefici su tutta la società. Ma proprio sulla durata emergono dei paradossi. Circa il 90% dei titoli di libri e dischi esauriscono le vendite sicuramente entro l’anno. In questi casi una lunga protezione rappresenta un costo e un’illusione, ma ai governi appare una misura a costo zero (solo nominalmente) per accontentare lobby insistenti.
(Dalla rassegna stampa ccestudio.it)
L’Usigrai torna a tuonare contro la governance di viale Mazzini e denuncia: “Rai bloccata dai…
Dopo aver ingaggiato la battaglia dei copyright con Google, l’Australia è pronta a fare sul…
Solo gli iscritti all’albo professionale, cioè i giornalisti, possono firmare i comunicati stampa. Ciò che…
Padre Benanti e l’intelligenza artificiale. Secondo il presidente del comitato per l’intelligenza artificiale presso il…
Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi teme che l’intelligenza artificiale possa trasformarsi in un “pericoloso…
Oggi alle 18 in piazza Venezia a Roma Il Tirreno sarà premiato con il Digital…