Prime critiche per il provvedimento stilato dall’Autorità sulla tutela del diritto d’autore online. Arrivano da Assoprovider, che ritiene che il contenuto effettivo della delibera diverga dalle dichiarazioni di intenti dei mesi precedenti. Il tasto dolente è sempre la neutralità della rete, contrapposta agli interessi delle industrie danneggiate dalla violazione del copyright. I provider ritengono che le disposizioni regolamentari diano loro poteri eccessivi nella segnalazione e nella rimozione dei contenuti illegali. Vale la pena di precisare che non si tratta di regole definitive: il procedimento è stato sottoposto a consultazione pubblica.
Il comma controverso si inserisce nell’articolo dedicato ai provvedimenti a tutela del diritto d’autore. Esso stabilisce che l’Agcom può ordinare agli intermediari di cancellare immediatamente le pagine Internet incriminate e sostituirle con il suo logo. Trasformando, perciò, i provider in veri e propri “sceriffi della rete”. In effetti è una disposizione che stona con le misure generali previste nella fase istruttoria, secondo le quali l’uploader (il responsabile della violazione) ha tre giorni per rimuovere i contenuti illegali o presentare delle controdeduzioni. Altri dubbi derivano da alcuni requisiti previsti per la procedura abbreviata a fronte di segnalazioni di pirateria massiva. Va sicuramente apprezzata l’intenzione di non coinvolgere nella procedura il downloader, la persona fisica o giuridica che scarica opere digitali sul proprio terminale o suo uno spazio condiviso. Di fatto però la decisione di eliminare col rito abbreviato i messaggi che incoraggino indirettamente alla fruizione di opere in violazione del copyright incide sul libero utilizzo della rete da parte dell’utente. Per non parlare poi del problema rappresentato dalla dubbia rilevanza della miriade di segnalazioni che arriverebbero a colossi come Youtube e Google, che non potrebbero fare altro che ottemperare alle richieste.
Insomma, la consultazione pubblica indetta dall’Autorità è indispensabile per limare molti aspetti di un provvedimento che non è da bocciare in toto. Le misure di prevenzione, seppur presenti in tono minore rispetto a quelle di repressione, intendono promuovere la diffusione dell’offerta legale di opere digitali. Per raggiungere questo obiettivo è prevista la formazione di un Comitato, presieduto dal Segretario Generale dell’Autorità, nel quale confluirebbero i rappresentanti delle principali associazioni di settore. Il modus operandi è tutto da definire, ma dalle prime indicazioni pare che si punti ad una rieducazione dell’utente attraverso il rinvio a siti web che spieghino come ottenere i file legalmente. Misure forse un po’ utopistiche, considerando gli indubbi vantaggi offerti dalla pirateria agli utenti. E non sembra saggio da parte dell’Autorità rivendicare il presunto successo di disposizioni analoghe contenute nella legge transalpina Hadopi.
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