Categories: Diritto d'Autore

DIRITTO D’AUTORE, NEGLI USA UNA NUOVA VERSIONE DELLA LEGGE HADOPI

Morta un’Hadopi, se ne fa un’altra. In Francia il nuovo esecutivo ha deciso di tagliare i fondi alla controversa legge anti-pirateria, entrata in vigore nel governo di Nicolas Sarkozy. Hadopi è strutturata a gradi. Ad una prima violazione del diritto d’autore, l’utente viene avvisato con una mail. Se vi è persistenza nell’infrazione, il “pirata” riceve una raccomandata, a cui segue una multa di 1500 euro. Infine, se lo “scaricone” continua a condividere illegalmente file protetti, i providers hanno il potere di disconnetterlo da Internet per un mese. La prima condanna effettuata per violazione di Hadopi ha aperto gli occhi al governo Hollande. Il ministro per la Cultura, Aurelie Filippetti, constata la sproporzione tra i costi per il mantenimento dell’Autorità che applica Hadopi e i risultati ottenuti con la stessa. La legge sarà rivista e integrata da nuove disposizioni. Di sicuro sparirà il terzo “strike”, quello che condanna l’utente a stare lontano dal web per un mese, ritenuto eccessivo nell’ambito della protezione dei contenuti legali.
Finita? No, negli USA la legge Hadopi raddoppia.-Da tre, gli stadi punitivi diventano sei. Per la verità si sa ancora poco sulla natura degli strikes. Jill Lesser, capo del CCI, afferma che non sarà la versione americana della legge francese. Si tratterà solo di un sistema educativo per far riflettere i pirati sulle proprie azioni. Sarà, ma i “Copyright Alerts” sembrano qualcosa di più che messaggi del tipo “Non lo fare più, utilizza piattaforme legali”. Risale a diversi mesi fa l’accordo tra i providers e la RIIA (Recording Industry Association of America). In quell’occasione, il CEO Cary Sherman lasciò intendere che i vari Comcast, Verizon, Time Warner Cable, avrebbero tutelato gli interessi degli editori, trasformandosi quindi in veri e propri poliziotti della rete. In quell’occasione vennero forniti dettagli sui sei strikes. Se effettivamente i primi quattro risultano innocui per l’utente, il quinto e il sesto hanno una natura differente. Si parla di rallentamento della connessione, blocco di determinati siti, ma anche di sospensione temporanea del servizio. In teoria è tutto a discrezione degli ISP, in teoria, ma in pratica la decisione spetta alle major. Insomma, ci troviamo di fronte ad un provvedimento che, se possibile, è ancora più controverso di Hadopi, oscuro nei fini e nelle modalità di attuazione.

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