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DIRITTI TV, ASSOLTI BERLUSCONI E FIGLIO. PER IL GUP IL FATTO NON SUSSISTE

Sentenza di non luogo a procedere per la vicenda dei diritti televisivi della società Rti, controllata da Mediaset. Per i fatti del 2004, il gup di Roma Pier Luigi Balestrieri ha assolto, perchè il fatto non sussiste, tutti gli imputati, tra cui Silvio Berlusconi, il figlio Piersilvio e il produttore televisivo americano Frank Agrama.

Questa inchiesta, finita a Roma per competenza territoriale perchè i fatti contestati, risalenti al periodo 2003-2004, coinvolgevano Rti che aveva sede legale nella capitale, costituiva un filone del procedimento milanese dove Berlusconi era già stato prosciolto dal gup.

Nell’ottobre scorso, infatti, anche il gup di Milano aveva prosciolto l’ex premier e a questa decisione la procura milanese aveva presentato ricorso. Per i fatti relativi al 2003 il giudice romano ha invece stabilito la prescrizione.

I fatti si riferiscono ad una presunta frode fiscale da 20 milioni realizzata tramite l’emissione di false fatturazioni per 220 milioni. L’ipotesi del pm Sargenti era che gli imputati, in concorso tra loro, al fine di evadere le imposte sui redditi avessero posto in essere un sistema di frode per alcuni milioni di euro che consisteva nella sovrafatturazione dei diritti di trasmissione di film e fiction acquistati da “major” statunitensi come la Paramount. I diritti venivano acquistati da Mediatrade, Rti e Fininvest a prezzi gonfiati, tramite società di comodo riconducibili a Frank Agrama e ad altri intermediari. Parte delle somme sborsate, attraverso la triangolazione con aziende con sede in Estremo Oriente, veniva poi fatta rientrare in Italia.

Attraverso queste operazioni il gruppo avrebbe avuto la possibilità di scaricare, ai fini di detrazioni, cifre superiori a quelle effettivamente sborsate. Non solo. La differenza tra le somme realmente investite e quelle fatturate sarebbe stata usata per realizzare fondi neri attraverso un complesso giro che avrebbe determinato il trasferimento in Medioriente di cospicue somme di denaro poi fatte rientrare in Italia.

Un’ipotesi da sempre smentita dalle difese, secondo cui le società del gruppo Fininvest hanno sempre osservato i criteri di trasparenza e della normativa vigente in materia, e dichiarata infine insussistente dal gup.

L’udienza preliminare per il procedimento relativo ai diritti tv di Mediaset era iniziata il 2 aprile scorso e si è conclusa oggi con una generale sentenza di proscioglimento per decisione del gup di Roma. La procura, con il pm Barbara Sargenti e l’aggiunto Pierfilippo Laviani, aveva sollecitato il rinvio a giudizio di tutti e le contestazioni erano, a vario titolo, connesse a fatturazioni per operazioni inesistenti e false dichiarazioni dei redditi; i reati – secondo la procura – erano stati commessi tra il 2003 e il 2004 e si sarebbero prescritti, nel primo caso, entro l’aprile di quest’anno, e nel secondo ad aprile 2013.

Il provvedimento del giudice riguarda anche il dirigente di Mediaset Pasquale Cannatelli, l’ex ad di Rti Andrea Goretti, i manager Rti Gabriella Ballabio, Daniele Lorenzano, Giorgio Dal Negro, Roberto Pace e Guido Barbieri, nonchè i manager cinesi Paddy Chan e Catherine Hsu Chun.

I difensori si sono detti soddisfatti della decisione e hanno spiegato che “dove era possibile, il gup ha assolto e prosciolto. Dove invece è intervenuta la prescrizione, ha dovuto prendere atto del tempo trascorso”. “E’ una sentenza di proscioglimento – spiega in particolare il legale di Berlusconi, Piero Longo – in piccola parte per prescrizione e in massima parte perché i fatti non sussistono, per tutti e quattro i capi di imputazione”. “La tesi accusatoria della procura della Repubblica di Milano – sottolinea – in questo processo romano, che è una costola di quello milanese, è stata interamente sconfessato”. La sentenza, aggiunge, sarà depositata entro 30 giorni ma già da ora il suo significato “è molto leggibile”.

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