Editoria

Dire, la pazienza è finita: dopo lo sciopero i giornalisti si mobilitano

Dire, la situazione si complica: i giornalisti restano senza stipendio e venerdì scorso hanno deciso di incrociare le braccia. Sciopero all’agenzia Dire, però, che potrebbe rappresentare solo l’inizio, l’esordio, di una stagione di mobilitazione e proteste. Il comitato di redazione, difatti, ha spiegato chiaramente in una nota di non avere più pazienza. O meglio, di riconoscere gli sforzi fatti finora ma che senza stipendio, retribuzioni che latitano ormai da due mesi, è arrivata l’ora di scendere in campo in prima persona e di alzare la voce per ottenere il rispetto dei propri diritti di lavoratori. “Dopo più di due mesi le giornaliste, i giornalisti e tutti i lavoratori dell’agenzia Dire, pur continuando a garantire la pubblicazione del quotidiano notiziario, sono ancora senza stipendio. Ad oggi, l’azienda non ha fornito alcuna risposta riguardo al pagamento di quanto dovuto, lasciando oltre 80 famiglie senza il supporto economico previsto dal contratto. Pur riconoscendo l’impegno dell’editore nel tentativo di risanare l’azienda, segnata anche dalla precedente gestione, questo stallo è ormai insostenibile”, spiegano i giornalisti del comitato di redazione dell’Agenzia Dire.

Che ci sono restati male verificando il paradosso per cui “la situazione risulta ancora più inaccettabile dopo la comunicazione del Dipartimento dell’editoria che, secondo quanto appreso, avrebbe confermato lo sblocco dei fondi arretrati, ma servono ancora alcuni passaggi tecnici”. Tempo per cavilli, a Dire, non sembra essercene più: “A questa notizia non ha tuttavia fatto seguito l’impegno dell’azienda e dell’editore di saldare immediatamente gli stipendi dovuti. A seguito di questa mancata comunicazione, l’Assemblea e il Cdr proclama sciopero per la giornata di venerdì 21 marzo. Durante la protesta, l’Assemblea si riunirà per decidere ulteriori azioni di mobilitazione”. E presto il braccio di ferro potrebbe proseguire.

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Luca Esposito

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