Può capitare che, dopo la sigla di Domenica Live torni fastidioso l’effetto neve a coprirvi lo schermo, mentre ancora aspettate di vedere se il buon Alessio Vinci, nel breve tempo del disturbo, non sia stato già sostituito da Salvo Sottile come citano i rumours. E può capitare anche che, in piena mattinata, manchi d’un tratto il segnale prima che Alessandro Di Pietro abbia finito di spiegare come si contesta una multa dagli schermi di Unomattina: problemi dello switch off.
“La svolta del digitale non può diventare la Caporetto della televisione italiana, pubblica e privata. I telespettatori hanno diritto a seguire senza disturbi i programmi preferiti”, ha commentato ancora una volta Onofrio Introna, nella veste di referente nazionale per la comunicazione della Conferenza dei Consigli regionali, chiedendo un incontro urgente al ministro dello sviluppo economico Corrado Passera. Non il primo, s’intende, dal momento che, sin dal completamento dell’addio all’analogico, a fine giugno, in tutta Italia la cattiva ricezione a danno di interi territori a Sud dello Stivale si è sommata ai report non troppo lusinghieri che arrivavano dalle aree che al digitale erano passate in precedenza: a voler dare i numeri, almeno quelli che cita Introna, il 70% dei telespettatori del Nord denunciava problemi da mesi e il 40% lamentava la mancata ricezione dei canali targati Rai o Mediaset.
Una sorta di patriottismo televisivo che unisce Nord e Sud all’insegna del segnale mancato? “Qualsiasi interferenza o disfunzione deve cessare quanto prima”, manda a dire il numero uno dell’Assemblea di Via Capruzzi. Effettivamente la componente empatica non basta ed il quadro è per nulla rassicurante: i dati raccolti dai Corecom denunciano un “servizio pessimo pressoché generalizzato” e assenze di segnale che interessano interi canali e si ripetono in particolari fasce orarie. “Per restare alla sola esperienza pugliese”, racconta il Presidente, “controlli e verifiche su antenne e apparati tv non hanno migliorato la ricezione e le proteste dei cittadini sono addirittura aumentate. Rai, Mediaset, altre emittenti e antenne private locali sono captati a intermittenza, quando non risultano del tutto assenti dallo schermo”. Poi la chiosa: “E questo black out della comunicazione televisiva si traduce in un gap oggettivo dell’informazione e in un deficit di democrazia”.
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