Editori di comprovata esperienza, giovani start up e giornalisti di talento possono accedere al bando Digital News Initiative, una spinta decisiva per il giornalismo 2.0
Avevamo già anticipato la notizia la scorsa primavera quando BigG annunciò lo stanziamento di un fondo a favore dell’editoria e più precisamente dell’informazione digitale allo scopo di favorire e promuovere il “giornalismo e i contenuti di qualità” nel vecchio Continente. In Europa, la Digital News Initiative di Google è una vera e propria partnership tra molti editori dei paesi membri per lavorare insieme e spingere in avanti giornalismo digitale.
In realtà dal 22 ottobre si è aperta la 1° sessione della gara che scade il prossimo 4 dicembre mentre per la 2° sessione bisognerà attendere la primavera del 2016 ma non è stata ancora stabilita una data esatta, probabilmente perché il colosso di Mountain View vuole prima verificare i progetti della prima sessione e poi decidere con calma.
Tre le categorie in lizza: la prima riguarda i “prototipi” e racchiude tutte quelle progettualità in fase embrionale, ancora non definitive e che, in base alla fattibilità, lo staff di esperti potrebbe decidere di finanziare al 100% per un massimo di 50.000 euro.
La seconda categoria è rappresentata dai “progetti di medie dimensioni” che potranno ottenere fino a 300.000 euro attraverso un’erogazione del 70% del progetto.
Infine, la terza categoria, quella di più ampio respiro, include “progetti di grandi dimensioni” che chiedono fondi superiori a 300.000 euro con una copertura del 70% del progetto ma con la possibilità di arrivare ad un tetto massimo di 1.000.000 di euro.
In casi eccezionali il finanziamento potrebbe superare questa cifra ma solo se la progettualità sarà particolarmente ambiziosa prevedendo, ad esempio, collaborazioni a livello internazionale.
Una boccata d’ossigeno per l’intero comparto editoriale visto che non si esclude nessuna realtà, piccola, media o grande che sia. Google ha spiegato che non ci sono restrizioni su come verrà utilizzato il denaro ed i progetti completati non devono essere necessariamente condivisi con altri editori. Le idee devono essere “altamente sperimentali”, secondo Google , anche se devono avere obiettivi chiaramente definiti . Ma la parte più importante, probabilmente, è un’altra: chi vuole approfittare della Digital News Initiative deve avere sede in Europa. Non è una cosa da poco se si raffrontano le differenze di fatturato dell’informazione online da un lato all’altro dell’Oceano Atlantico.
La valutazione è affidata ad un team di esperti di Google che verificherà l’idoneità (bisogna essere residenti in un Paese UE o EFTA), l’innovazione dell’idea e l’impatto sul mercato di riferimento in modo da esaminare, in via preliminare, chi ha reali possibilità di successo.
Dopo una prima scrematura, il Project team californiano passerà poi la “patata bollente” nelle mani del Council del Fondo formato da 13 professionisti di spicco dell’editoria che dovranno supervisionare i business planning ritenuti più validi cioè quelli si contenderanno l’assegnazione dei fondi a suon di milioni di euro!
Fa parte del Council Arianna Ciccone co-fondatrice e direttrice del Festival del Giornalismo, la kermesse perugina che ogni anno si avvale della partecipazione dei nomi più illustri del giornalismo e dell’editoria italiana e mondiale.
Lo stanziamento dei primi fondi arriverà già all’inizio del 2016. Un’opportunità da non perdere soprattutto per i giornali che dal cartaceo stanno passando al digitale: accompagnare la testata in questa fase così delicata e al tempo stesso innovativa potrebbe essere molto più semplice se si aggiunge la “benedizione” della web company statunitense.
Una mossa strategica quella di BigG con l’intento di rafforzare il suo difficile rapporto con gli editori, soprattutto quelli che veicolano l’informazione sul web ma anche per evitare situazioni imbarazzanti come la denuncia da parte dell’Agenzia France-Presse che ha trascinato Google in tribunale per aver pubblicato articoli sull’aggregatore Google News senza pagarne i diritti, così come la Fieg ha protestato vivacemente con l’antitrust accusando il colosso a stelle e strisce di aver celato l’algoritmo di cui si serve per ottimizzare l’indicizzazione sul suo motore di ricerca.
Condizioni, modulistica e maggiori informazioni per partecipare al bando sono accessibili direttamente sul sito www.digitalnewsinitiative.com