“Il nuovo testo in discussione al Senato in materia di diffamazione rischia di peggiorare quello, gia’ largamente insufficiente, predisposto dalla Camera. L’entita’ delle multe previste, letali per i giornali piu’ piccoli, le nuove modalita’ relative alle rettifiche per i siti ed i blog, l’assenza di un qualsiasi contentimento rispetto alle cosiddette ‘querele temerarie’, diventate ormai uno strumento di intimidazione verso i cronisti e il medesimo articolo 21 della Costituzione, rendono questo testo indigeribile e non accettabile”. Lo affermano in una nota congiunta Beppe Giulietti e Vincenzo Vita, di Articolo 21. “A questo punto sarebbe meglio limitarsi ad abrogare la previsione del carcere per i giornalisti, cosi’ come richiesto dalle istituzioni Europee, e rimettere il testo nel cassetto – proseguono -. Nelle prossime ore chiederemo a tutte le associazioni che, negli anni passati, hanno lanciato le campagne contro le norme bavaglio di riprendere l’iniziativa in sede europea e nazionale; anche perche’ non vi e’ ragione alcuna per farsi piacere oggi quello che non ci piaceva con altre maggioranze e con altri governi”.