Diffamazione, Verna incalza: “Dopo un anno ancora nulla”

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Il tema della diffamazione e del carcere per i giornalisti ritorna d’attualità. Anche perché, nonostante le ingiunzioni giunte al Parlamento dalla Corte costituzionale, ancora nulla s’è mosso. La riforma tra le più attese dal mondo giornalistico italiano resta in stand by. Martedì prossimo ci sarà, sul tema, una videoconferenza. A cui prenderanno parte il presidente del consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, e l’avvocato Giuseppe Vitiello. Il professionista sostiene le ragioni dei cronisti nel giudizio che pende proprio di fronte alla Corte costituzionale.

Verna: “Su diffamazione avremmo preferito un’altra soluzione”

Carlo Verna ha spiegato: “Avremmo preferito trattare il tema diffamazione in maniera organica, inserendo anche la questione delle querele temerarie. Ma nonostante il monito della Corte Costituzionale all’epoca presieduta dall’attuale Ministra della Giustizia Marta Cartabia che diede un anno di tempo al Parlamento per provvedere sull’assurda e anacronistica pena edittale del carcere ai giornalisti per diffamazione, si è registrato un nulla di fatto”. Per questa ragione, dalle parti del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti la posizione è di “attendere che sia il giudice delle leggi a mettere le cose a posto”.

L’agenda aperta del giornalismo: tra querele e precariato

La questione resta, dunque, aperta. Solo nei giorni scorsi era stata rievocata dai giornalisti della Fnsi. Che avevano, con il presidente Beppe Giulietti, chiesto a Draghi delle garanzie sui programmi del governo sull’editoria. Tra i temi aperti, oltre a quello delle querele temerarie e della diffamazione, anche l’annosa vicenda legata all’Inpgi e la riforma della governance Rai. Giulietti aveva detto, a margine di un’iniziativa Fnsi: “Questa non è una manifestazione contro qualcuno ma per la tutela dell’articolo 21 della Costituzione, per i co.co.co., colleghi che fanno lo stesso lavoro delle redazioni ma che vengono pagati un decimo. Occorre cancellare il carcere, fermare le querele bavaglio. Alla vigilia del Pnrr è necessario affrontare il tema dell’informazione. Aprire un tavolo dedicato al tema del lavoro nel suo complesso”.

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