Diffamazione. Sentenza Cassazione Civile sezione III del 13 novembre 2015, n. 23206

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In data (OMISSIS) il quotidiano “(OMISSIS)” pubblicava un articolo, a firma di G.A.M., dal titolo “Quel giudice diede 200 milioni a un pentito” e dal sommario “Reggio Calabria: il ministro C. apre un’inchiesta su due magistrati dell’Antimafia”, nel quale si dava conto che nei confronti di detti magistrati, Mo.Fr. e M.V., il Ministro della giustizia aveva promosso procedimento disciplinare con gravissime accuse di “collusione con la criminalità organizzata, anomala gestione dei pentiti, sistematica violazione delle norme, abusi, interferenze, addirittura sentenze falsificate per aiutare gli amici, delinquenti, politici o colleghi in toga che siano”.
1.1. – Con atto di citazione dell’ottobre 2005, M.V., magistrato con funzioni di sostituto procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia, convenne in giudizio, innanzi al Tribunale di Milano, la Società Europea di Edizioni S.p.A., B.M. e G.A.M. (rispettivamente nella qualità di società editrice del quotidiano, di direttore responsabile dello stesso e di autrice dell’articolo ritenuto diffamatorio), per sentirli condannare, in solido tra loro, al risarcimento dei danni morali e patrimoniali subiti a causa della predetta pubblicazione, sostenendone il carattere gravemente lesivo per la propria reputazione.
Si costituirono in giudizio la Società Europea di Edizioni S.p.A. ed il B. chiedendo il rigetto delle domande attoree, mentre rimase contumace la G..
1.2. – Il Tribunale di Milano, con sentenza del marzo 2008, accertò la natura diffamatoria dello scritto e condannò i convenuti, in solido tra loro, al risarcimento in favore del M. del danno non patrimoniale, liquidandolo in Euro 40.000,00, nonchè la sola giornalista autrice dell’articolo al pagamento della somma di Euro 5.000,00, ai sensi della L. n. 47 del 1948, art. 12.

La Sentenza

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