La presidente dei senatori del Partito democratico ha proposto di far tornare il testo in Commissione Giustizia per “confezionare un testo che si avverta come violenza”. Ma Gasparri ha detto no: “Rischiamo di non avere alcuna legge”. Idv e Udc d’accodo con il rinvio, ma l’Aula respinge la richiesta con un pareggio. Sanzione massima ridotta da 100mila a 50mila euro.
Clima teso intorno al ddl diffamazione. Il Pd ha chiesto all’Aula del Senato il rinvio in Commissione, ma il Pdl, insieme alla Lega, si è opposto: “Meglio decidere che non avere una legge”. D’accordo con la proposta di rimandare la discussione Idv, Udc e Api. Alla fine, dopo una votazione resa lunghissima dai ‘pianisti’ che hanno richiesto un controllo ‘extra’ da parte dei segretari d’Aula, la richiesta è stata respinta con un pareggio che da regolamento vale come voto contrario. Prima della votazione elettronica il voto era avvenuto per alzata di mano. È stata quindi chiesta la controprova elettronica che ha dato come risultato: 145 no, 150 sì e 5 astenuti. Ma l’astensione vale voto contrario e così in pratica è finita 150 a 150. Essendo una controprova, i nominativi non vengono registrati e quindi non è noto ‘chi ha votato come’.
La richiesta del Pd. “Anche con un senso di sconfitta chiedo ai colleghi di porre in votazione il ritorno in Commissione del testo del ddl sulla diffamazione a mezzo stampa. Probabilmente lì saremo in grado di confezionare un testo che l’Aula non avverta come una violenza”. Con queste parole il presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, è intervenuta in Aula del Senato. La senatrice Pd ha citato in particolare, come elementi di sopravvenuto dissenso del suo partito, le due votazioni di giovedì scorso in cui si prevede, per i giornali che li percepiscono, la decurtazione dei fondi dell’editoria, e l’obbligo di rettifica anche per i libri. “Così si è pregiudicato in maniera significativa”, ha detto Finocchiaro, l’equilibrio del provvedimento.
L’appoggio di Idv e Udc. Anche per Idv e Udc sarebbe stato necessario un rinvio in Commissione: lo hanno confermato in Aula il responsabile Giustizia dell’Idv, Luigi Li Gotti, e l’ex prefetto Achille Serra per i centristi. Per Li Gotti il testo devrebbe essere migliorato, mentre per Serra ciò che è stato fatto sinora “è solo un pastrocchio inaccettabile” che è meglio bloccare subito.
Pdl dice no, la Lega pure. “Io credo che si debba proseguire, so che il tema è impegnativo ed ostico, ma penso che sia meglio una regolamentazione che nessuna legge”. Il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, è intervenuto subito dopo che la capogruppo Pd ha chiesto un rinvio del ddl Sallusti. “Questa volta – ha aggiunto Gasparri – anche l’attualità ci deve spingere a prendere una decisione, altrimenti potremmo non avere nessuna legge. Noi riteniamo che sia opportuno procedere pur sapendo che è una discussione complessa e difficile, ma noi siamo il Parlamento e siamo chiamati a decidere”. Gasparri si è detto convinto che “questo testo a cui siamo arrivati, sia un testo con un equilibrio apprezzabile. Ho ascoltato le motivazioni della senatrice Finocchiaro con rispetto, ma con altrettanta consapevolezza ritengo che una legge così sia meglio che lasciare le regole attuali”. Sulla stessa linea si è schierata la Lega: “Il ritorno in Commissione rappresenta la morte sicura del provvedimento dati i tempi tecnici della commissione Giustizia”, ha detto il senatore della Lega Sandro Mazzatorta. “Il provvedimento – ha aggiunto – è metodologicamente sbagliato, ma per dimostrarne l’incongruenza e perché tutti si assumano le proprie responsabilità vogliamo che l’esame prosegua in Aula”. Anche il gruppo di Coesione nazionale si è detto contrario al ritorno in Commissione.
Anche Api per il rinvio. “Per evitare il carcere a Sallusti possiamo distruggere l’ordinamento italiano?”. Se lo chiede il segretario dell’Api Francesco Rutelli. “Introdurre per un reato grave uno squilibrio del sistema sanzionatorio” solo per salvare una persona cioè Sallusti, è profondamente sbagliato pertanto, afferma Rutelli, è “bene che il testo ritorni all’esame della Commissione. “Il fotomontaggio on line, ad esempio – aggiunge il senatore parlando dei ‘danni’ che può provocare questo ddl – può demolire una persona e se si abbassa l’asticella delle condanne” si fa una cosa “sbagliata”. “Leggi ad personam si possono fare – ha insistito -, ma per quanto riguarda i provvedimenti di clemenza”. Cosa che nel caso Sallusti sarebbe auspicabile, ha concluso Rutelli.
Riduzione multe da 100mila a 50mila euro. Passano da 100mila a 50mila le pene pecuniarie per la diffamazione contenute nel ddl. La pena pecuniaria di 100mila euro era stata inserita nel testo nel corso del’esame in Commissione. Sono stati approvati con 177 sì, 46 no e 7 astensioni gli emendamenti identici di diversi gruppi, concordati in origine nell’intesa di maggioranza sul testo (poi saltata in alcune votazioni di giovedì scorso sulla sanzione del taglio del contributo pubblico e sulla rettifica per i libri).
Salta recidiva, resta interdizione. L’aula del Senato ha approvato la norma che cancella il raddoppio delle multe per i giornalisti in caso di recidiva nei due anni precedenti alla condanna. Gli emendamenti identici, a firma D’Alia (Udc) e Li Gotti (Idv), avevano avuto parole favorevole dei relatori mentre il governo si era rimesso all’Aula. È stato invece respinto un emendamento del Pd, a firma Vincenzo Vita, che chiedeva di sopprimere il comma che prevede la sanzione accessoria dell’interdizione dalla professione. L’interdizione quindi resta.
Passa rettifica digitale. È passato, con il parere favorevole dei relatori, un emendamento a firma Lucio Malan (Pdl) e Vincenzo Vita e Vimercati (Pd), che in pratica introduce la rettifica digitale per le testate internet. Si prevede che “non oltre quattro giorni” dalla richiesta venga pubblicata la smentita o la precisazione “con gli accorgimenti tecnici idonei al collegamento con l’articolo oggetto della rettifica”. Il governo, su questo emendamento, si è rimesso all’Aula.
Fnsi di nuovo in piazza. Nuovo presidio della Federazione Nazionale della Stampa a Piazza del Pantheon dopo quello della settimana scorsa contro il ddl sulla diffamazione. Nel corso della manifestazione sono stati esposti cartelli in stile Halloween con la scritta “E’ uno scherzo di cattivo gusto. No al bavaglio alla stampa” e il disegno di una zucca.