La riforma sul reato di diffamazione a mezzo stampa che prevede fino a quattro anni e mezzo di carcere fa infuriare i giornalisti. Una sola voce si è alzata dai corpi intermedi, dall’Ordine fino al sindacato. Di condanna, feroce, rispetto agli emendamenti proposti alla legge che è già interpretata come restrittiva e non certo come la migliore possibile. La segretaria della Federazione nazionale della Stampa italiana Alessandra Costante ha tuonato: “Gli emendamenti presentati in commissione Giustizia dal senatore di FdI Gianni Berrino al ddl Diffamazione dimostrano che qualcuno non ha capito molto delle sentenze della Corte costituzionale in materia. Il carcere per i giornalisti è un provvedimento incivile e denota la paura di questo governo nei confronti della libertà di stampa. Questa è l’orbanizzazione del Paese”. Quindi ha aggiunto: “Parlare di carcere in caso di quella che viene considerata diffamazione grave significa voler mettere il silenziatore a molte inchieste giornalistiche. Appare, inoltre, del tutto pretestuosa e funzionale a un disegno liberticida la confusione tra fake news e diffamazione a mezzo stampa. Con queste norme faremo un altro salto indietro nelle classifiche internazionali sulla libertà di informazione. L’auspicio è che in Parlamento anche pezzi della maggioranza sappiano reagire di fronte a questo ennesimo sfregio all’articolo 21 della Costituzione”.
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, ha usato parole dure per stigmatizzare le proposte di riforma che arrivano dalla politica: “L’Italia è stata più volta richiamata dalle istituzioni europee e dalla Cedu per avere ancora, nel codice penale, la pena del carcere per la diffamazione a mezzo stampa. La Corte costituzionale ha esplicitamente invitato il Parlamento, nel 2021, a rimuovere la pena detentiva per tale reato. Sarebbe un grave passo indietro, si tratta di posizioni inaccettabili frutto di pulsioni autoritarie”.
Durissima anche la reazione dell’Usigrai: “L’esecutivo Usigrai si unisce alla condanna espressa già dal presidente dell’ordine dei giornalisti Carlo Bartoli e dalla segretaria della FNSI Alessandra Costante. Siamo di fronte a un fatto gravissimo. Lo è ancora di più se si pensa che l`emendamento arriva dal partito della presidente del Consiglio, visto che la Corte Costituzionale si è espressa chiaramente contro il carcere per i giornalisti e il nostro paese è stato richiamato dalla corte europea dei diritti dell`uomo e dalle istituzioni”.
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